FIRENZE – Ogni anno si ricordano le conquiste sociali, politiche ed economiche, ma non solo, tornano alla mente anche le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono tutt’oggi vittima.
La festa della donna è conosciuta come commemorazione dell’incendio in una fabbrica, nella quale persero la vita molte operaie, ma al contrario di questa vicenda, parzialmente vera, questa giornata di commemorazione è stata istituita nel 1975 dalle Nazioni Unite, che scelsero l’ottavo giorno di marzo come giornata commemorativa.
Una scelta che riconduce alla protesta delle donne russe, che l’8 marzo 1917 marciarono contro la prima guerra mondiale, chiedendo allo zar “pane e pace”, ottenendo 4 giorni dopo, a seguito della caduta del governo zarista, il diritto al voto.
L’adozione della mimosa come simbolo della giornata dell’8 Marzo, venne proposta da Rita Montagna, Teresa Noce e Teresa Mattei, a seguito dell’opposizione da parte dell’Udi (Unione Donne italiane) al fiore scelto in origine: la violetta. Difficile da reperire nel periodo di marzo e troppo costosa.
Un altro motivo che ha portato alla scelta della mimosa come simbolo è stato l’utilizzo di quel fiore da parte dei partigiani durante le staffette, e l’usanza, come simbolo di sorellanza, di scambio della mimosa tra donne che lavoravano insieme.
Per questi motivi, la mimosa assume oggi il significato simbolico di lotta comune per i diritti delle donne.
Boris Zarcone
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