NAPOLI – “Chi è così pazzo da negare l’esistenza della gentilezza – scriveva Hume – ha semplicemente perso il contatto con la sua realtà emotiva, ha dimenticato i moti del suo cuore”.
In un mondo sempre più autoreferenziale, la gentilezza, questa sconosciuta, viene vista con sospetto e diffidenza, mentre il turpiloquio, l’arroganza, l’invidia, l’arrivismo imperano in ogni ambiente sociale. La gentilezza, considerata un valore ormai desueto e superfluo, è sempre meno presente soprattutto nei giovani che tendono ad assumere atteggiamenti aggressivi verso il prossimo.
Sono tanti i comportamenti incivili, prepotenti e scorretti con i quali bisogna convivere quotidianamente, ampliati dai social, dove chiunque, trincerato da uno schermo, si sente libero di inveire contro il malcapitato di turno usando toni irriverenti e denigratori.
E’ venuto in mente nel 1997 ai giapponesi di istituire il World Kindness Movement (Movimento mondiale per la Gentilezza) e di dedicare addirittura una giornata, il 13 novembre, alla celebrazione della Gentilezza. Come riporta “Gentletude ONLUS”, un’associazione nata in Svizzera nel 2010 e, successivamente, in Italia nel 2011 : “La gentilezza è una qualità e una caratteristica etica: è ciò che promuove l’attenzione e il rispetto verso il prossimo, la cortesia non affettata ma nei piccoli gesti, la pazienza e la cura. Suggerisce l’ascolto dei bisogni degli altri senza dimenticare i propri. È ‘urbanità’, intesa come modalità di comportamento che ci fa vivere in società, armonizzandoci con essa e contribuendo attivamente, senza manierismi. È ciò che rende il mondo in cui viviamo un posto più felice”.
Anche il Santo Padre ha ricordato l’importanza di pronunciare nella vita relazionale tre parole, che spesso sottovalutiamo o, peggio ancora, dimentichiamo: permesso, grazie, scusa. “Sono parole semplici, ma difficili da mettere in pratica. Eppure racchiudono la forza di custodire la casa, attraverso mille difficoltà e prove”, ha detto Papa Francesco, rivolgendosi ai giovani.
La gentilezza rappresenta un valore irrinunciabile per relazionarsi con successo e avere una “buona vita”. Un atto gentile è come un boomerang: torna sempre indietro. E fa bene a chi lo riceve e a chi lo compie.
E che la gentilezza sia con noi. Sempre e malgrado tutto.
Amalia Ammirati
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