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La Filarmonica Romana omaggia Sinopoli e Mahler

di | 2021-11-04T18:15:18+01:00 7-11-2021 6:45|Sezione10, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – Nonostante la frenetica attività concertistica dell’Accademia Filarmonica Romana in questo autunno da settembre in poi, quello che abbiamo ascoltato il 25 ottobre scorso al Teatro Argentina, era il concerto inaugurale della stagione, nel bicentenario dell’Istituzione. Sì, sono 200 anni che la Filarmonica tiene concerti – anche di danza e d’altro – con artisti che la hanno onorata della loro presenza, divenendone soci: Rossini, Mendelssohn, Donizetti, Verdi, Liszt e i maestri del Novecento, Casella, Petrassi, l’indimenticato Béjart nella danza, l’indimenticato Mons. Colino fra i docenti, e innumerevoli altri.

Il mezzosoprano Monica Bacelli

Il direttore d’orchestra Fabio Maestri

Il compositore veneziano Giuseppe Sinopoli, musicista e intellettuale morto nell’aprile 2001 colpito da infarto mentre dirigeva, sul podio della Deutsche Oper di Berlino, aveva con la Filarmonica Romana un rapporto privilegiato: aveva iniziato l’esecuzione integrale delle Sinfonie di Mahler, e formato un ensemble di solisti per la musica cameristica. Stavolta nel concerto al Teatro Argentina, i protagonisti sono stati Gustav Mahler e poi lui, Giuseppe Sinopoli, attraverso una preziosa trascrizione di frammenti della sua opera su Lou Salomè, attuata dal figlio Marco e qui eseguita in prima assoluta. Primeggiavano nel concerto del bicentenario Fabio Maestri, direttore dell’Ensemble in Canto, il soprano Sabrina Cortese e il mezzosoprano Monica Bacelli.

La mancanza di presentazione della personalità del maestro Sinopoli, e l’ingresso ‘in medias res’ del concerto, ci hanno immessi in un luogo immaginario e al contempo intimo e familiare: i “Lieder eines fahrenden Gesellen” di Mahler del 1883-85, erano presentati nella versione per orchestra da camera attuata da Arnold Schönberg, nel 1920. E ai loro impastati, granulosi e dolorosi colori orchestrali, la bellissima e profonda voce del mezzosoprano Monica Bacelli, con essi si fondeva. E ciò si ripeteva nei “Rückert Lieder” (1902) di Mahler, qui nella versione per voce (quella del suddetto mezzosoprano Monica Bacelli) e orchestra da camera, realizzata dal direttore Fabio Maestri.

Il soprano Sabrina Cortese

Indi, i suoni aspri, staccati, a salti di “Klangfarben” (1977) per cinque archi su una serie di Riccardo Malipiero, che Sinopoli concepì a trent’anni, ancora ben lontano dal voler abbandonare la composizione per dedicarsi alla direzione d’orchestra. Ma eccoci ai “Frammenti da Lou Salomè”, tratti dall’omonima opera da Sinopoli del 1981, dedicata all’impegnata scrittrice e psicoanalista russo-tedesca, amante di Nietzsche e del poeta Rilke, i quali rivivono anche nella predetta opera. Cinque frammenti della quale sono stati trascritti per soprano e orchestra da camera dal figlio di Sinopoli, Marco, che li ha qui presentati come detto in prima assoluta, col sopraddetto titolo. Ed ha fatto opera meritoria, ponendo in luce i frammenti in cui la musica paterna riecheggia di eco mahleriane, e la giovanile e fresca voce del soprano Sabrina Cortese si contrappone, musicalmente, al tema della morte e al brano “Lou’s Lied”.

Paola Pariset

Nell’immagine di copertina, il maestro Giuseppe Sinopoli

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