ROMA – È del 2013 “Her”, film di fantascienza scritto e diretto da Spike Jonze, protagonista Joachim Phoenix, in cui si narra di un futuro non troppo lontano in cui i computer rivestono un ruolo rilevante nella vita delle persone. L’acquisto, da parte del protagonista, persona schiva e riservata, di un nuovo sistema operativo dotato di avanzatissima intelligenza artificiale in grado di apprendere ed elaborare emozioni, rivoluziona di fatto il rapporto che lo stesso ha con la macchina a tal punto che l’uomo instaura una relazione con la voce femminile interfaccia del sistema operativo con cui interagisce.
È dello scorso aprile la pubblicazione sulla rivista Neuron dei risultati ottenuti dai ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Tecnology ), prestigiosa università americana, eccellenza nel campo della tecnologia e della ricerca scientifica, a proposito della realizzazione di un modello d’intelligenza artificiale. I ricercatori sono riusciti a creare dei modelli di apprendimento tecnologico in grado di replicare la capacità di un essere umano nella comprensione della musica e di un discorso. Nel corso degli esperimenti a cui i modelli sono stati sottoposti gli stessi si sono dimostrati capaci di svolgere i compiti nello stesso modo in cui gli avrebbe svolti l’uomo commettendo anche gli stessi errori.
Ora quindi c’è un modello di intelligenza artificiale con un orecchio umano che apre nuove scenari nel campo dell’interazione fra l’uomo e la macchina. In quali campi si svilupperà, in modo particolare, questa applicazione lo si vedrà in un futuro molto prossimo. La speranza è che l’uomo che si approccia a questa nuova tecnologia non scambi la virtualità di un’emozione o di un’interazione con un computer con la realtà e l’autenticità dei rapporti umani.
Silvia Fornari
Lascia un commento