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La didattica a distanza non basta agli studenti

di | 2020-10-22T20:36:04+02:00 25-10-2020 6:35|Attualità, Sezione 8|0 Commenti

NAPOLI – L’uomo è di più del suo limite, è più della semplice lezione a distanza. L’alunno ha un desiderio e un’attesa straordinariamente più grandi della lezioncina che spesso diventa una mera trasmissione di dati. “Voglio di più di questi anni amari…” cantava Pino Daniele qualche tempo fa. Pandemia, lockdown, restrizioni, dannate chiusure non del bar o del ristorante ma della realtà tutta. Quanta poca importanza si dà al presente, a ciò che c’è, all’abbraccio, all’esserci, al rapportarsi, all’incontro. Come sperare? Come continuare facendo tesoro del presente che, inesorabilmente, scorre? Come vivere ora, coscienti di ciò che si ha e si è?

Sabato 17 e domenica 18 ottobre si è svolta la dodicesima edizione del corso nazionale di aggiornamento degli insegnanti promosso dall’associazione Diesse (Didattica e Innovazione Scolastica) dal titolo “Al cuore dell’insegnamento: tra esigenze permanenti e nuovi scenari”. Il convegno, a cui erano iscritti via web più di 500 docenti, collegati da tutte le parti d’Italia oltre che dal Portogallo, dalla Russia e da altre parti d’Europa, si è articolato in due momenti: una tavola rotonda alla quale sono intervenuti Carlo Fedeli, docente di pedagogia della scuola e dell’insegnamento nell’Università di Torino, Pier Cesare Rivoltella, docente di tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento nell’Università Cattolica, Monica Scholz Zappa, docente di scienze linguistiche nell’Università di Friburgo, e Pino Suriano, docente dell’IIS Fermi di Policoro (Matera), coordinati tra di loro dal presidente nazionale di Diesse Carlo Di Michele. Il secondo momento caratterizzato da gruppi di lavoro, le Botteghe dell’insegnare, in cui si è lavorato su diverse materie o tematiche: I colloqui fiorentini, dedicati quest’anno a Dante, Il cantiere delle scienze, Il libro fondativo, e poi dall’Infanzia a Informatica, all’Italiano, al Latino, ai percorsi in lingua straniera Le Vie d’Europa, Il libro aperto, Matematica, Matematica e scienze: imparare scoprendo, Matematica nella scuola primaria, Progettazione, Religione cattolica, Storia, Verifica e valutazione dell’insegnare e Filosofia.

Il lavoro nelle Botteghe è stato l’occasione di scambiarsi le proprie esperienze in questo anno in cui è prevalso, tra tutte le variabili del “fare scuola”, l’insegnamento a distanza. Monica Scholz Zappa ha rilevato che la pandemia ha fatto emergere nel corpo docente una sorta di “sveglia”, nella quale la realtà virtuale si identifica con la totalità della realtà. Pier Cesare Rivoltella, docente della Cattolica, ha invece messo in evidenza nel suo intervento innanzi tutto il fatto che il digitale deve concepirsi come alleato dell’insegnamento. In particolare il docente della Cattolica ha voluto sottolineare come al digitale si sia voluta dare nel nostro paese un’eccessiva enfasi mentre non rappresenta altro che una variabile della società in cui viviamo; per gli studenti, ad esempio, l’uso massiccio dei loro smartphone non è che uno dei loro strumenti a disposizione, come una biro o un righello. Pino Suriano ha raccontato come questo periodo di didattica a distanza ha portato molti suoi studenti, paradossalmente, a riscoprire il valore della scuola: “Se manca loro la scuola – ha sottolineato – manca loro un’esperienza fondamentale del vivere, di cui però i giovani sono assolutamente consapevoli: la necessità e l’importanza dell’essere guardati da qualcuno”.

Fedeli ha sottolineato che in questo cambiamento d’epoca la scuola tradizionale come luogo di incontri, di relazioni, di dialogo tra i ragazzi, con tutte le loro domande, e gli insegnanti è insostituibile; la risposta non può che essere l’educazione. A conclusione dei lavori, il presidente di Diesse, Carlo di Michele, ha osservato che occorre accettare la sfida del cambiamento che la realtà chiede senza rinunciare o trascurare le esigenze costitutive dell’uomo. Di vitale importanza il ruolo di un’associazione di insegnanti, come Diesse, a cui si può partecipare contribuendo attraverso un confronto serio e mettendo in comune la propria esperienza.

Innocenzo Calzone

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Ha condotto per più di 13 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Partecipa e promuove attività culturali con l’associazione “Giovanni Marco Calzone” organizzando incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli con attività di doposcuola per ragazzi bisognosi; collabora con il Banco Alimentare per sostenere famiglie in difficoltà. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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