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Crisi climatica, oltre le buone intenzioni

di | 2019-04-07T06:54:46+02:00 7-4-2019 6:35|Attualità, Sezione 8|0 Commenti

FIRENZE – Ne parlano da anni ma nessuno ha mai preso seri provvedimenti per affrontarla: la crisi climatica, ormai definibile “planetaria”, va presa sul serio. 

Può essere discutibile il grado di gravità raggiunto negli ultimi anni e il tempo a disposizione per combatterla ma sono due le variabili certe di questa situazione: per scongiurarla sono necessarie misure concordate a livello globale. E se fino ad adesso i risultati sono stati parziali, e nella maggior parte dei casi insufficienti, è perché la crescita e l’ambiente sono stati contrapposti tra loro anziché essere messi in connessione, consentendo un ricavo tra entrambe le parti.

Paesi come la Cina o l’Indonesia, oggi, sono molto inquinanti rispetto ai paesi occidentali proprio a causa della loro immensa crescita economica che impedisce di adeguarsi emanando norme utili alla tutela ambientale.

Oggi risulta difficile relazionarsi con un orientale facendo presente che questa imponente crescita inquina. Per quei paesi le priorità sono l’uscita dalla povertà, il raggiungimento di una condizione di benessere e infine la salvaguardia dell’ecosistema.

Era così anche per l’Italia nel dopoguerra ed è tollerabile e legittimo che per gli altri sia così adesso. Ma il surriscaldamento è globale ed è possibile fermarlo solo tramite un’azione comune. Adesso è necessario rimboccarsi le maniche ed evitare che gli impegni assunti nel corso delle varie conferenze internazionali non restino solo una lista di buone intenzioni così da superare anche lo scetticismo di Trump, trovando un nuovo punto di equilibrio tra sviluppo e tutela ambientale. Tradotto in parole semplici tra profitto e natura.

La sostenibilità diventerà così profittevole come accaduto per ogni tecnologia rinnovabile, ad esempio l’auto elettrica e l’industria del riciclo. Modelli funzionanti grazie alla produzione di un profitto, unica strategia attuabile a livello mondiale per salvare il pianeta.

Boris Zarcone

Nell’immagine di copertina, una foresta indonesiana in fiamme

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