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La creatività italiana al servizio della… salute

di | 2020-05-15T19:40:34+02:00 17-5-2020 6:10|Arte, Sezione 3|0 Commenti

NAPOLI – Non tutto è perduto. Come, purtroppo, pullulano le piccole e medie imprese che lamentano cali vertiginosi negli introiti mancati di questi ultimi tre mesi, così la creatività nostrana produce alternative lavorative eccellenti. Stiamo parlando del campo della produzione delle mascherine che già sta trovando riscontri positivi sul mercato. Nuove idee e nuove realtà occupazionali. Da subito abbiamo notato l’idea geniale di una giovane sarta che ha realizzato la mascherina utile alle persone audiolese. La mascherina dotata di una parte trasparente davanti alla bocca consente la lettura del movimento delle labbra. Allo stesso modo si è sviluppata la creatività artistica nell’inventare il trikini abbinando la mascherina protettiva al costume da bagno. Finalmente il tessuto monocromatico e ospedaliero delle mascherine si è abbellito e personalizzato ricoperto o realizzato con tessuti variopinti.

Mascherine per bambini

Anche i bambini dovranno essere protetti dal virus per molte ore. Lo sa anche la ministra della Famiglia Elena Bonetti: “Dobbiamo abituarli. Se servono le mascherine, ci devono essere anche per loro”. Diverse imprese ci avevano già pensato e da marzo e ne producono di diverse misure (per piccoli, adolescenti e adulti), bianche e nere.

Il segreto è nel tessuto elastico, già certificato: Si adatta bene al viso, è sagomato, non cade e non si sposta –  spiega Lydia Barbini, amministratrice di un’azienda in provincia di Belluno -. Abbiamo fatto test con i pennarelli perché i bambini potessero colorarle e viverle come un gioco. Sulla parte centrale il colore resta e alcuni si sentono Spider! Ora abbiamo scuole che ce le chiedono”. E’ la nuova svolta dell’ex “Fabbrica ricami a macchina” ora specializzata in tessuto elastico per costumi, intimo e abbigliamento sportivo. “A inizio marzo abbiamo cominciato i test interni – racconta Barbini -. Il nostro settore ricerca e sviluppo ha progettato il modello di una mascherina per la collettività e dal 25 marzo è partita la vendita. Dalle prime 5000 al giorno, ora ne facciamo 60 mila. Il risultato è una protezione a trama molto fitta, con un trattamento idrorepellente per cui è traspirante e lavabile fino a 40 volte a 60 gradi. Richieste arrivano da dentisti e parrucchieri, ferramenta, farmacisti. I clienti più lontani sono una farmacia di Portici, a Napoli, e un’azienda siciliana. Ci hanno contattati con il passaparola e i social: su Facebook ho messo una mia foto con la mascherina, come immagine profilo e si è sparsa la voce”. Prossimo traguardo? “Una mascherina che non sia solo ‘altruista’ com’è ora, ma anche ‘egoista’, cioè che protegga dal virus chi la indossa e chi sta vicino”.

“Abbiamo creato una piccola industria parallela, con i nostri 110 dipendenti e coinvolgendo 90 collaboratori esterni. In fondo in più di un secolo siamo passati da due guerre mondiali, la ricostruzione, il boom economico. Supereremo anche questa”. Martina Cavero non ha dubbi, lei titolare di un negozio di Albaro afferma: “Noi donne ci teniamo ad essere eleganti e in ordine”. Da inizio pandemia, le sue mascherine con filtro e tessuti trattati sono tra le più richieste: belle fuori, sicure dentro e in parte anche solidali. “Tutto nasce dal mio amore per il tessuto Liberty, un filo che unisce Genova e Londra da sempre – racconta – Sono lavabili fino a venti volte e costano dieci euro e cinquanta ma parte del ricavato è destinato all’associazione Occupy Albaro che ha già donato 25mila euro all’ospedale San Martino”.

“La mascherina – conclude – sta diventando un articolo necessario: prima era solo funzionale e adesso sta diventando anche estetico”. Che sia un piccolo inizio per un rilancio economico possibile.

Innocenzo Calzone

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Ha condotto per più di 13 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Partecipa e promuove attività culturali con l’associazione “Giovanni Marco Calzone” organizzando incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli con attività di doposcuola per ragazzi bisognosi; collabora con il Banco Alimentare per sostenere famiglie in difficoltà. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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