MILANO – “E come un girasole, giro intorno a te che sei il mio sole anche di notte”, così cantava Giorgia in una sua famosa canzone, mentre correva l’anno 1999. Il girasole è il simbolo per esprimere profondo senso di ammirazione, rispetto, gratitudine, dolcezza e affetto per la persona amata. Emblema dell’estate, con il suo giallo intenso porta tutto lo spirito di questa splendida stagione. Il nome, Helianthus, deriva da due parole greche: sole (ἥλιος) e fiore (ἄνθος) perché volge la sua infiorescenza verso il sole seguendolo lungo tutta la giornata da est ad ovest.
Il girasole intrattiene con il sole uno stretto rapporto vitale oltre che ricordarlo per le tinte dei suoi petali sgargianti, dal giallo oro all’arancio scuro o marrone della parte centrale, al verde delle sue ampie foglie e del busto, e la sua forma rotondeggiante. Per questi motivi il significato del girasole è in relazione con quello del sole e della luce, che in tutte le culture indicano vita, gioia, letizia. Nella cultura cinese il significato del girasole è sempre positivo, infatti simboleggia longevità e fortuna. Pianta originaria dell’ovest degli Stati Uniti dove costituiva una importante fonte di nutrimento per le popolazioni locali, nel nostro continente è stata introdotta a partire dagli inizi del 1500 per scopi ornamentali ed officinali.
Il ciclo vegetativo del girasole, che parte dalla semina e termina con la raccolta, quindi a fiore ormai essiccato, è molto breve, in genere dura circa 100-130 giorni. Di questo periodo la fioritura è di circa 25-30 giorni, a seconda della varietà coltivata. Il periodo migliore per vedere i girasoli va da giugno a settembre. In Italia i campi di girasole non sono molto diffusi e non sono presenti in tutte le regioni. Tuttavia gli amanti e gli appassionati di questo fiore possono trovare bellissime distese soprattutto in Toscana e nelle Marche. In Toscana, nella zona del senese ed in particolare nella Val D’Orcia, nei pressi di Pienza e Montepulciano, poi nei pressi di S. Gimignano e del Monte Amiata, fino ai confini con l’Umbria. Altri campi si possono trovare nell’Aretino, nei pressi di Cortona, e poi nella zona della Maremma. Leggende sono legate a questo fiore, tra le tante quella narrata da Ovidio nel IV libro delle Metamorfosi.
Si racconta del dio del Sole Apollo che si innamorò follemente di una fanciulla di nome Leucotoe, tanto da non rivolgere più le sue attenzioni alle altre giovani con le quali si dilettava. Una di queste, la ninfa Clizia, pazza di gelosia, rivelò al padre di Leucotoe la relazione della figliola con Apollo. Il padre, irato, uccise la figlia, provocando un dolore immenso al dio che rinunciò definitivamente alla dolce compagnia di tutte le altre. Clizia, avendo perso ciò che più desiderava, deperì pian piano. Si lasciò morire a terra seguendo con lo sguardo i movimenti del suo amato Apollo che ogni giorno guida il carro del Sole, e così, perendo, si trasformò in un fiore che “segue” il sole, il girasole appunto.
Nonostante la vicenda racconti un amore sfortunato, il simbolo del girasole è quello di amore, devozione, lealtà e ammirazione. Particolare ispirazione la trovano anche molti artisti. Tra i tanti, il pittore olandese Vincent van Gogh che ne fu talmente affascinato da rappresentarli, tra il 1888 e il 1889, in molte tele (circa undici dipinti). Per van Gogh essi simboleggiano il sole, una tensione costante verso la luce: per l’artista sono simbolo di gioia e ottimismo e soprattutto di amicizia. Dipinse i suoi primi girasoli dedicandoli all’amico Paul Gauguin, per decorare e colorare di vitalità la sua casa gialla ad Arles, dove avrebbe appunto ospitato l’amico.
Eugenio Montale, nella raccolta “Ossi di seppia”, descrive in una poesia il “suo” girasole. Nei primi versi si intuisce che questo fiore è sinonimo di vitalità e ha la capacità di rivelare nella sua essenza, dissolvendosi. Insomma, anche in questo caso il significato è positivo. Il primo e più ovvio è connesso alle evidenti caratteristiche fisiche del fiore, alla sua somiglianza al sole che splende, quindi dell’essere solare, dell’allegria e della vivacità. Questo particolare aspetto può essere tradotto nel desiderio di voler trascorrere insieme alla persona amata (o ad un caro amico) un certo periodo di tempo, un giorno intero o anche l’intera vita. Come il girasole segue il sole nel suo quotidiano movimento, così chi regala il fiore vuole seguire, stare insieme alla persona cara per un tempo importante della propria esistenza.
Ecco la silloge di Montale: “Portami il girasole / ch’io lo trapianti / nel mio terreno bruciato dal salino, / e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti del cielo / l’ansietà del suo volto giallino. / Tendono alla chiarirà le cose oscure, / si esauriscono i corpi in un fluire di tinte: queste in musiche. / Svanire / è dunque la ventura delle venture. Portami tu la pianta che conduce / dove sorgono bionde trasparenze e vapora la vita quale essenza; portami il girasole impazzito di luce”
Parole delicate che per un attimo portano ad immergersi, ad occhi chiusi, in un mondo fatto di sole e di luce.
Claudia Gaetani
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