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Irina, le unghie rosse non ci sono più

di | 2022-04-15T18:15:07+02:00 17-4-2022 6:00|Attualità, Sezione 1|0 Commenti

ROMA – Una mano con le dita curate e lo smalto. È una delle immagini più sconvolgenti della tragica guerra in Ucraina, più precisamente a Bucha. È la foto della mano curata con le unghie laccate di rosso di Irina Filkina: sognava di diventare estetista e adesso non c’è più. Del resto fotografare è un po’ scrivere con la luce, dando una sorta di immortalità ad immagini che descrivono pienamente le atrocità della guerra. In effetti, come diceva la fotografa statunitense Diane Arbus “una fotografia è un segreto che parla di un segreto”, come nel caso di Irina, una delle tante vittime di questo genocidio che sta attanagliando da oltre un mese l’Europa.

La vittima lavorava come operaia in una centrale di riscaldamento a Bucha, ormai alla ribalta della cronaca in quanto è la cittadina ucraina dove si è verificato uno dei massacri di civili compiuto dai russi, che proprio le immagini hanno raccontato in utto il mondo. Quella mano infangata, adagiata a terra con le unghie curate e rosse è lo scatto di un fotografo della Reuters. Quello smalto rosso, appunto, ed un unghia sulla quale era disegnato un piccolo cuore ha permesso l’identificazione di quel corpo a terra. È stata, infatti, la sua estetista Anastasia Subacheva, a riconoscerla da quel dettaglio. Irina era una sua cliente ed era stata da lei il 23 febbraio scorso, il giorno prima dello scoppio della guerra.

Il 5 marzo, mentre rientrava a casa dal lavoro sulla sua bicicletta Irina Filykina fu uccisa. Aveva 52 anni ed era una blogger che amava la vita, ma soprattutto “amarsi e vivere per se stessi”, come ha riferito la Subacheva, in un’intervista al The New York Times. Irina era single con una figlia adolescente di nome Olga; suo malgrado, è diventata uno dei simboli di questa guerra. Aveva sogni e aspettative, era una donna solare. Ora non c’è più, ma rimane che quella foto della sua mano con le unghie rosse, perché come diceva il fotografo Alfred Stieglitz: ” Nella fotografia c’è una realtà così sottile che diventa più reale della realtà”.

Laura Ciulli

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