//Insetti, essenziali ma a rischio estinzione

Insetti, essenziali ma a rischio estinzione

di | 2021-07-11T07:06:48+02:00 11-7-2021 7:00|Top Blogger|0 Commenti

Per molti di noi umani gli insetti sono una fastidiosa presenza. E forse sono in pochi a sapere che la scomparsa di questi piccoli animaletti è invece una grave minaccia per l’ecosistema dell’intero pianeta. Il ruolo degli insetti – e non solo delle api di cui già da anni si conoscono le difficoltà – è importante, anzi essenziale. Da essi, infatti, dipende l’equilibrio di ogni ecosistema: impollinano le piante, forniscono il cibo ad altri animali e riciclano i rifiuti della natura.
Da uno studio condotto da ricercatori del German Centre for Integrative Biodiversity Research (iDiv), dell’Università di Lipsia e della Martin Luther University Halle-Wittenberg è emerso che il numero totale di esemplari nelle popolazioni di insetti terrestri diminuisce dello 0,92% all’anno, cioè circa il 24% in 30 anni. Gli scienziati prevedono che nei prossimi decenni il 40% degli insetti sarà tra gli animali a rischio estinzione, con conseguenze irreparabili per la biodiversità.

Le api sono le più colpite

Tutta colpa dei cambiamenti climatici che colpiscono gli insetti e gli impollinatori. “Sebbene questi animali rappresentino la specie più numerosa e varia del nostro pianeta – affermano gli esperti – a poco a poco stanno scomparendo”.
Non solo il veloce cambiamento delle temperature li sta sterminando, grosse responsabilità derivano anche dall’intensificazione dell’attività agricola con l’uso sconsiderato dei pesticidi, l’inquinamento – in particolare quello luminoso – la deforestazione, la crescente urbanizzazione e la comparsa di specie invasive.
Tra i più colpiti ci sono gli insetti terrestri: lepidotteri (falene e farfalle), imenotteri (api, vespe e formiche) e scarabei (stercorari). Minori rischi, invece, ci sono per quelli che vivono soprattutto sulle chiome degli alberi. Controcorrente sembrano andare gli insetti d’acqua che registrano un aumento nel numero solo per quelli che vivono nei pressi di fiumi, laghi e paludi, come moscerini e libellule (una libellula riesce a mangiare 100 zanzare al giorno). Tutte queste tendenze, però, variano a seconda della zona geografica considerata.

Una libellula mangia 100 zanzare al giorno

Nelle aree più selvagge, infatti, i cali sono meno drastici, a dimostrazione che la presenza dell’uomo è il principale fattore che contribuisce a determinare questo fenomeno.
Secondo la Lista rossa delle specie minacciate redatta dalla Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura), un quinto delle specie di libellule e damigelle (Odonati appartenenti rispettivamente ai gruppi degli Anisotteri e Zigotteri) del Mediterraneo sono a rischio di estinzione.
Jean Pierre Boudot, membro del Dragonfly specialist group della Iucn, ha affermato: “E’ probabile che le cose non faranno che peggiorare per queste specie uniche, via via che si aggraveranno gli effetti del cambiamento climatico e della scarsità di risorse idriche. La diminuzione del livello di precipitazioni e la conseguente siccità porteranno al degrado degli habitat in cui vive la maggior parte delle libellule e delle damigelle mediterranee”.

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