Sessantaduemila tonnellate di ossidi di zolfo, 155 mila tonnellate di ossidi di azoto,10 mila tonnellate di polveri sottili e più di 10 tonnellate di CO2. Questo l’elenco delle emissioni che si sono lasciate dietro 203 navi da crociera mentre si spostavano per i mari europei nel 2017, emettendo circa 20 volte più ossidi di zolfo (SOx) dei 260 milioni di automobili circolanti nell’Unione europea. È quanto afferma il rapporto pubblicato da Transport & Environment e ripreso dall’associazione ‘‘Cittadini per l’aria’’.
Secondo lo stesso rapporto l’Italia è, insieme alla Spagna, il paese europeo più colpito dalle emissioni delle grandi navi. Tra le 50 città più inquinate d’Europa a causa dei fumi tossici emessi dal turismo delle navi da crociera, 10 sono italiane. Barcellona e Palma di Majorca sono al primo e secondo posto, seguite da Venezia e Civitavecchia. Nei mari dell’Europa meridionale s’inquina di più. Nel Mare del Nord è invece in vigore una Sulphur emission control area che ha portato al dimezzamento delle emissioni grazie a un limite al quantitativo di zolfo contenuto nei carburanti fissato allo 0.10%. Sempre nel Nord Europa a breve entrerà in vigore una normativa che imporrà alle navi da crociera di ridurre le emissioni di ossidi di azoto.
Nel maggio scorso in Francia, durante la riunione dei ministri dell’Ambiente del G7, il ministro italiano, Sergio Costa, si è incontrato con il suo collega francese, De Rugy, affrontando proprio l’ipotesi di collaborazione su un’iniziativa congiunta per la l’attuazione di un accordo più restrittivo per l’intero Mar Mediterraneo. E va nella stessa direzione la lettera di un gruppo di associazioni ambientaliste italiane (Cittadini per l’aria onlus, Comitato Tutela Ambientale Genova, Savona Porto Elettrico, Coordinamento, Livorno Porto Pulito, Comitato No Grandi Navi Laguna Bene Comune, Comitato Vivibilità Cittadina Napoli, Forum Ambientalista Civitavecchia, Associazione Ambientalista Eugenio Rosmann, We Are Here Venice, Italia Nostra Sezione di Ancona, Spezia via dal Carbone, Ambiente Venezia) che hanno scritto al ministro Costa per sollecitare il concreto impegno del nostro governo all’istituzione di un’area a basse emissioni che comprenda tutti i Paesi che s’affacciano sul Mediterraneo, alla stregua di quanto già attuato nel Mar Baltico, Mare del Nord e Canale della Manica (dal 2015 in quest’area è in vigore il limite dello 0,10% di contenuto di zolfo nei combustibili marini).
“È ormai assodato che l’esposizione alle massicce quantità di inquinanti che provengono dalle navi – ha spiegato il presidente di Cittadini per l’Aria, Anna Gerometta – comporta un incremento del rischio di tumori, dell’incidenza di asma, di malattie neurologiche e può determinare danni gravi al sistema cardio respiratorio oltre che allo sviluppo degli organi del bambino. Non si può consentire che le vacanze su mezzi insostenibili di alcuni possano determinare un danno grave alla salute di molti”. Gerometta chiede eque opportunità fiscali per i sistemi di approvvigionamento elettrico in banchina rispetto all’uso dei combustibili fossili e l’attivazione di misure per la creazione di sistemi portuali a zero emissioni.
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