Inquinamento, la centrale Enel di Civitavecchia al primo posto in Italia per emissioni di gas climalteranti con 8,1 milioni di tonnellate di CO2 (biossido di carbonio) prodotte in un anno. I dati choc dell’Unione Europea riguardano l’impianto di Torrevaldaliga, situato nella periferia settentrionale della cittadina tirrenica. Si tratta del 78,5% delle emissioni per la produzione energetica da fonti fossili di tutto il Lazio.
Numeri diffusi da Legambiente durante la manifestazione di protesta svoltasi di recente davanti ai cancelli della centrale (foto in basso, a sinistra), l’ultima a carbone inaugurata in Italia nel 2008. L’iniziativa si è svolta in concomitanza con la tappa a Civitavecchia della Goletta Verde 2020. Legambiente chiede che alla dismissione della centrale a carbone, prevista entro il 2025, non corrisponda poi la realizzazione di una nuova centrale a gas.
Torrevaldaliga Nord, secondo gli ultimi dati prevenienti da Bruxelles, è al primo posto assoluto tra gli impianti italiani per emissioni, nel 2018 ha prodotto infatti 8,1 milioni di tonnellate di CO2. Tra le 30 aziende che emettono più gas serra nel Continente, 22 sono impianti termoelettrici e, tra questi, la centrale di Torrevaldaliga Nord che oltre ad essere prima in assoluto per l’Italia e al 14° posto tra le aziende con maggiori emissioni climalteranti in Europa.
Nel Lazio, secondo il registro europeo delle emissioni E-PRTR, su 11.409.000 tonnellate di CO2 derivante da 9 impianti di produzione energetica da fonti fossili, il 78,5% provengono dalla centrale di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia, che corrisponde poi all’11,2% del totale nazionale.
“La centrale a carbone di Civitavecchia è il nemico numero uno del clima nel Lazio – ha dichiarato Roberto Scacchi (foto a destra), presidente di Legambiente Lazio – per l’inquinamento che provoca nel suo territorio e per l’enorme portata delle emissioni climalteranti che scatena. Torrevaldaliga va spenta e convertita in polo delle rinnovabili, con torri eoliche, fotovoltaico e sistemi di accumuli in grado di rispondere alle esigenze di produzione ma anche di sicurezza e flessibiità della rete. Non nell’ennesima centrale a gas”.
Il presidente Scacchi ha lanciato un appello. “La Regione Lazio dovrebbe scrivere e sottoscrivere, nel suo Piano Energia, l’assoluta necessità di un polo energetico sostenibile, ma anche fare ricorso a un piano di sviluppo delle rinnovabili che tenga conto delle nuove frontiere su comunità energetiche e autoconsumo collettivo, individuando aree idonee allo sviluppo del fotovoltaico tra aree marginali e dismesse e anche integrato con l’agricoltura, così come puntare su piani di efficienza energetica spingendo riqualificazioni edilizie almeno in classe B, approfittando anche del super bonus del 110% e sulla mobilità sostenibile”.
Legambiente punta a trasformare la regione in un modello innovativo, in grado di valorizzare i territori, le loro economie locali, creando nuovi posti di lavoro. Non sottovalutando inoltre il ruolo del gas verde, ovvero dell’idrogeno, che potrebbe portare tutto il territorio a una vera e propria rivoluzione che coinvolgerebbe l’intera città di Civitavecchia, il settore della mobilità, l’occupazione industriale, il porto, la valorizzazione del paesaggio e il turismo di prossimità oltre al tema della salubrità dell’aria.
Il metano non aiuta il clima. Per questo l’emergenza climatica in corso e il poco tempo che l’umanità ha a disposizione deve obbligare tutti a compiere ragionamenti lungimiranti e concreti, che portino a cambiamenti reali in tempi ragionevoli e contribuiscono alla salvaguardia del Paese e del pianeta.
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