FIRENZE – In occasione della prima Giornata Mondiale delle Bambine, proclamata dall’ONU, Terre des Hommes ha lanciato una campagna denominata “indifesa” al fine di garantire alle ragazzine di tutto il mondo istruzione, salute, protezione da violenza, discriminazioni e abusi. Terre des Hommes vuole difendere il loro diritto alla vita, alla libertà, all’istruzione sostenendo l’uguaglianza così da offrire una protezione in tutte quelle situazioni in cui sono necessari interventi sul campo volti a dare risultati concreti per rompere il ciclo della povertà e offrire migliori opportunità di vita a migliaia di bambine e ragazze del mondo.
L’associazione ha presentato il dossier “Indifesa” il 10 ottobre alla Camera dei Deputati, a Roma, proprio nella sala della Regina. Un lavoro che va avanti dal 2012 e che porta in alto il sogno di 980 milioni di donne nel mondo. In sala è stato evidenziata l’importanza di “difendere” il proprio benessere senza l’utilizzo di sistemi coercitivi, come spesso può accadere. Il vivere in una bolla, ergere muri fisici o mentali, scollegano l’individuo non solo dalla rete internet ma anche da quei bisogni, detti primari, definiti dai diritti umani, dall’economia, dagli interessi della stessa persona, ma non solo, anche i flussi migratori, il lavoro o semplicemente la felicità che portano ad una vita dignitosa e di tutto rispetto.
“Indifesa” sta raggiungendo l’obiettivo che si è posta: raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne (anche di piccola età) entro il 2030, un operazione ambiziosa che, a vedere dal report, sta funzionando alla grande, sia pure a piccoli passi. È un processo che coinvolge non solo il diretto interessato, ma anche le scuole e gli stessi familiari. Il dossier parla chiaro: l’altra faccia della medaglia vede più di 2 milioni di ragazze sotto i 15 anni che si avviano ancora a diventare mamme – bambine, in particolar modo nei paesi più poveri. Nell’ultimo anno sono 9 milioni le ragazze vittima di violenza sessuale, uno dei reati principali in Italia a danno delle minorenni, dove l’89% delle 656 vittime erano giovanissime.
A rappresentare un grave deficit, il dato sulla sperequazione tra sessi, tra ragazze e ragazzi è possibile trovare un dato drammatico che ne determina il futuro: sono oltre 30 milioni le bambine e le ragazze escluse dal ciclo scolastico, e nel caso in cui accedono ad un ciclo di studi, per loro non rappresenta una chiave per accedere al mercato del lavoro. Nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni, le ragazze hanno una probabilità tre volte superiore rispetto ai coetanei maschi di essere escluse dal mercato del lavoro e non essere coinvolte in percorsi formativi.
Boris Zarcone
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