ROMA – Marco Scolastra è un pianista italiano dalla solida e raffinata formazione, che – dopo gli studi al Conservatorio di Perugia conclusi brillantemente – si è perfezionalo alla Chigiana di Siena, quindi con Badura Skoda, e soprattutto con Aldo Ciccolini, pianista dalla mano leggerissima e dal tocco divino. Scolastra è specializzato nel settore musicale contemporaneo, in particolare sulle opere di Vieri Tosatti (da ricordare l’originalissimo “Concerto della demenza” da lui interpretato in più sedi italiane): ma questa volta, per il Roma Music Festival in corso fino alla fine di maggio, ha voluto dedicare al suo pubblico un concerto classico di grande attrattiva.
Al Teatro Ghione in via delle Fornaci 37, domenica 24 aprile alle 11,30 di una speciale matinée, si potrà assistere alla performance “Chopin, un ritratto”, in cui – a fronte di brevissime letture tratte dall’epistolario di Fryderyk Chopin (Zelazowa Wola 1810 – Parigi 1849), Scolastra eseguirà dodici brani del principe degli artisti romantici. La breve vita dell’amatissimo compositore (caro al pubblico di tutto il mondo), che peraltro rivoluzionò la tecnica del pianoforte e diede alle sue opere una ineguagliabile cifra personale, non fu semplice. La sua esistenza a Parigi, dove egli scelse di risiedere negli ultimi anni, fu connotata dalla vicinanza della celebre scrittrice e donna controcorrente George Sand (fu lei stessa a scegliere un nome maschile), e dal periodo delle rivoluzioni politiche in nome della libertà delle nazioni: infatti il concerto inizierà con la “Polonaise detta Adieu à Guil. Kolberg” del 1826 e con le quattro popolari Mazurke – definite “semplici fiori di campo” dal critico Massimo Mila – per la loro tenera essenza, tanto diversa da quella – pur di origine popolare – delle potenti Polacche.
Una delle quali, la n.1 dell’op.40 del 1838, è talmente ritmicamente serrata da essere definita “Militare” e verrà suonata per ultima. Seguirà uno dei celeberrimi Notturni, il primo dell’op.37, e due degli altrettanto noti Valzer (op.69 n.1 e op.64 n.1). Vi sarà poi l’esecuzione del “Prélude op.28 n.15”, dello “Studio op.25 n2” del ’36, della dolcissima “Berceuse op.57” del 1843. Lo scoppio delle guerre risorgimentali, accese in Chopin un amor di patria fortissimo, che esplose con veemenza talora furiosa nella sua musica, musica peraltro recepita dal pubblico – fino a tempi recenti – come espressione di un romanticismo solo sognante e notturnale. Da ultimo Marco Scolastra eseguirà da par suo la predetta “Polonaise op.40” del 1838, esaltazione della grande Polonia e del suo coraggio (quello che oggi emerge dalla tormentata Ucraina), che fece scrivere a Robert Schumann “Le opere di Chopin sono cannoni sepolti sotto e fiori”.
Paola Pariset
Nell’immagine di copertina, il pianista Marco Scolastra
Lascia un commento