NUORO – “Il teorema di Margherita” è un film di Anna Novion, regista e sceneggiatrice, distribuito da Wanted. Il titolo originale della pellicola è “Le Théorème de Marguerite”. Dura un’ora e cinquantadue minuti e appartiene al genere drammatico. Il cast è formato da attori d’eccellenza: Jean Pierre Darroussin, Ella Rumpf, Sonia Bonny, Clotilde Courau e Julien Frison della Comédie Française. Al cinema la prima proiezione è avvenuta il 28 marzo 2024, dopo essere stato presentato al Festival di Cannes 2023 e aver ottenuto due candidature ai Cesar e vinto il premio per la miglior attrice esordiente.
Anna Novion ha diretto in modo efficace e originale una storia incentrata sulla matematica e la magia che questa disciplina genera negli animi degli appassionati. Tema difficile e molto intrigante che ha dato origine ad un vero e proprio racconto di formazione. “Il teorema di Margherita” comincia con un’intervista. Margherita è una brillante studentessa di Matematica alla Normale di Parigi. Trascorre talmente tante ore dentro l’École normale supérieure da girare in pantofole per la facoltà come se fosse a casa propria. Mostra un grande talento, ma anche una grande insicurezza. La sua vita è talmente votata alla sua passione da dimenticarsi di tutto il resto. Margherita ha un rapporto molto puro con la matematica, una forma di devozione. Sembra che la sua vita abbia il destino scritto nelle stelle. È una studentessa modello, è l’unica donna a frequentare il corso di matematica, ma quando sta per presentare un’importante tesi, cercando di dimostrare la congettura di Goldbach, scopre di aver commesso un errore.
Tutte le sue certezze crollano, come un castello di carta privo di fondamenta solide, e quando la situazione si fa complicata Margherita decide di mollare tutto e ricominciare da capo ricalcolando il suo percorso altrove. Il professor Werner, interpretato da Jean-Pierre Daroussin, fino a quel fatidico errore l’aveva sempre seguita con affetto. “Ma non si fanno errori in matematica! Se succede, non è più matematica, è vuoto… – dice Laurent Werner, il tutor di Margherita -. Un lavoro che presenta un errore non ha valore indipendentemente dal tempo impiegato su di esso. Conta solo il risultato. Renderci conto degli errori però è anche positivo: significa che abbiamo capito qualcosa che prima ci sfuggiva, quindi è una forma di progresso. Una volta corretto, torna ad essere matematica”. Da quel momento in poi Werner le imporrà la collaborazione con un altro studente, Lucas, interpretato da Julien Frison, più socievole e meno serioso di Margherita, inoltre lei stringe la prima amicizia della sua vita con Noa, una giovane ballerina che vive solo di danza e per la danza. Sono entrambe appassionate del loro lavoro, non hanno pregiudizi e si sorprendono delle reciproche differenze, accettandosi per come sono.
Margherita è affascinata dalla sfrontatezza di Noa e ammira la sua libertà come donna. Solo dopo aver dedicato gran parte della sua vita agli studi, dopo essersi negata la vera vita, Margherita imparerà a stringere relazioni, a confrontarsi con gli altri, ad affrontare il teorema di Goldbach, considerato irrisolvibile, e forse a scoprire l’amore. Lucas è un ragazzo più socievole di Margherita, che vive con più leggerezza e studia con l’obiettivo di raggiungere la gloria personale. Margherita non ha sogni, non ha velleità di gloria e successo. È una donna pragmatica, non vive con la testa tra le nuvole ma con i piedi ben saldi sulla terra. Ritiene che affermare la sua femminilità potrebbe sminuire il suo talento, per questo fa di tutto per mimetizzarsi, e tenere un profilo basso tra tutti gli uomini che tendono a celare sia le proprie debolezze che la loro sensibilità. Lucas lotterà per convincere Margherita che provare sentimenti, amare qualcuno non rischia di indebolirla sebbene i sentimenti, essendo irrazionali, non possono essere controllati come fossero elementi scientifici. Margherita è anche immersa in un altro mondo esclusivamente maschile, quello del gioco del mah-jong, dove si ritiene che nessuna donna potrà mai eguagliare gli uomini né tantomeno superarli. Margherita, così come non accetta di sbagliare nello studio, altrettanto si rifiuta di perdere nel gioco.
Il film mostra un problema comune a molte studentesse di matematica. Muovendosi in un mondo dominato dagli uomini ritengono di non potercela fare. Per entrare in quel mondo Margherita si veste da uomo e mostra un comportamento distaccato. Indossa così una maschera per annullare il suo lato femminino. Indossa un’armatura immaginaria che, a suo dire, le conferisce un’aria austera, suggerisce un’idea di forza e nasconde la sua femminilità. Ma Margherita non è un personaggio statico, si evolve sia nell’aspetto fisico che nel carattere, finché scoprirà il piacere di provare emozioni, smetterà di vergognarsi, e finalmente guarderà gli altri dritti negli occhi. Margherita è una donna dalla grande forza di volontà, dalla disposizione a rinunciare a sé stessi o a qualcosa per amore della matematica, dalla dedizione completa, dallo spirito di sacrificio, da una incondizionata passione. Margherita è una giovane donna libera che sceglie per la sua stessa individualità.
La regista e sceneggiatrice Anna Novion è riuscita a rendere la matematica un oggetto cinematografico affascinante e poetico. Fare matematica è più che calcolare risultati e disegnare figure geometriche. Consiste nel dare vita a un mondo in cui tutto è collegato e in cui ogni nuova costruzione si basa esclusivamente sulle precedenti. Un mondo caratterizzato da problemi semplici da enunciare ma spesso ostici da risolvere, come la congettura di Goldbach che è al centro del film. “Il Teorema di Margherita” spiega in modo implicito in cosa consista una dimostrazione, inoltre sottolinea il bisogno della collaborazione. Nel film Margherita, in ogni fase del suo lavoro, sente la necessità di condividerlo con Lucas, di farglielo revisionare, perché senza il suo prezioso apporto non potrà andare avanti. La matematica è “una lingua che si scrive per gli altri: deve essere leggibile e comprensibile come un testo, con la sua sintassi e grammatica specifici”. Il film trasmette anche un’altra idea assai importante, quella delle passioni che vanno e devono essere coltivate. Margherita, infatti, è totalmente dedita alla sua ricerca. Per Margherita la matematica è un’amica capace di regalarle piacevoli sensazioni, di farla completamente immergere nella sfida della ricerca, di buttarla nella più dolorosa disperazione quando la attanaglia la paura di non sapere come andare avanti o di elevarla alle stelle in preda all’ eccitazione quando ottiene un possibile successo o porta a termine il suo lavoro dopo innumerevoli sforzi.
“Il Teorema di Margherita – afferma Anna Novion – è un film che ci racconta cos’è veramente la matematica, come si costruisce nel tempo dentro di noi e come può aiutarci ad evolvere interiormente attraverso gli aspetti umani che ci trasmette il coraggio della ricerca, la perseveranza nonostante gli errori e i momenti di sconforto, la solidarietà e la fiducia del lavoro di squadra”. All’inizio de “Il Teorema di Margherita”, il suo relatore Laurent Werner dice alla sua allieva: “È importante farsi avanti, è raro per un matematico del tuo livello!”. Le donne, fin dall’antichità, sono sempre state tenute lontane dal campo scientifico e ancora oggi, purtroppo, nelle aule scolastiche e nella comunità di ricerca esistono stereotipi di genere, sebbene molte donne abbiano avuto un ruolo decisivo nella storia della matematica. Alcuni dei loro tratti è possibile scorgerli nella figura di Margherita.
Da Emilie Du Châtelet che nutriva una grande passione per la matematica e la ricerca e il cui genio intellettuale finì per farle guadagnare il rispetto di numerosi scienziati del XVIII secolo a Emmy Noether, matematica brillante e stravagante che nei primi anni del ‘900 iniziò la sua carriera accademica senza uno stipendio, poiché alle donne veniva negata la possibilità di avere una cattedra. Conservò sempre un gusto molto sobrio nell’abbigliamento e un disprezzo per le convenzioni sociali che potessero distrarla dalla ricerca. Da Ipazia d’Alessandria, figlia del matematico e astronomo Teone, che condivide con Margherita la passione per la matematica e la ricerca che antepone al rispetto dell’etichetta, a Sophie Germain che condivide con Margherita un carattere schivo e riservato che la predispone allo studio delle opere matematiche. Come Margherita, Sophie Germain affronterà, ma risolverà solo in parte, “l’ultimo Teorema di Fermat”. Maryam Mirzakhani, matematica iraniana, è la prima donna, dopo ben 52 uomini, ad aver vinto la Medaglia Fields, considerata il Nobel della Matematica. Morta di cancro nel 2017, a soli 40 anni, riteneva che “la maggior parte delle volte, fare matematica è come scalare una montagna, senza percorso e senza prospettiva davanti a sé”, ma che nulla la rendeva più felice che dedicarsi ai suoi studi.
Virginia Mariane
Lascia un commento