ROMA – Ancora amarezza al Teatro dell’Opera per l’incertezza del domani, a causa del coronavirus che col suo perseverare in Italia (e nel mondo) non lascia tregua nè possibilità di programmare allo spettacolo dal vivo.
Eppure il Teatro dell’Opera, grazie ai suoi artisti, ansiosi di tornare sul palcoscenico – che pure oggi non possono raggiungere, ma capaci di rimettersi in gioco coi ridotti mezzi di cui dispongono – è riuscito a tornate al Centro Congressi dell’EUR La Nuvola, noto capolavoro dell’architetto Massimiliano Fuksas, che quest’estate ne ha ospitato vari concerti col pubblico a distanza, data l’ampiezza degli spazi.
E’ stato il Corpo di Ballo del Teatro, diretto da Eleonora Abbagnato, ad organizzare, con l’étoile dell’Opéra di Parigi Benjamin Pech, due balletti coreografati rispettivamente “Baroque Suite” da Pech e dalla Abbagnato, e “Vivaldi Suite” da Michele Merola, fondatore della MM Contemporary Dance. Ad eseguire il primo brano – “l’Inverno” e parti di “Stabat Mater” di Vivaldi, l’Adagio dal “Concerto per oboe e archi op.1” di Alessandro Marcello – sono stati l’étoile Rebecca Bianchi col Corpo di Ballo, impreziositi dalle eccellenze dei leggiadri veli e georgette della maison Laura Biagiotti.
Il successivo balletto “Vivaldi suite”, in cui debutta all’Opera il coreografo Michele Merola, ha visto il primo ballerino Claudio Cocino insieme col Corpo di Ballo, interpretare musica del Prete Rosso da “Nisi Dominus R V 608”, e brani dai Concerti per violino “Il favorito”, “L’inquietudine” e il notissimo pezzo “La follìa” dalla Sonata a tre op.1 n.12. I costumi di “Vivaldi Suite” sono firmati da Anna Biagiotti, le scene e le luci da Andrea Miglio e Fabrizio Marinelli. La musica, tutta su base registrata, si iscrive sullo spazio da sogno del grande Fuksas.
Paola Pariset
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