/, Sezione 5/Il rispetto per i luoghi dove si vive è la base della civiltà

Il rispetto per i luoghi dove si vive è la base della civiltà

di | 2023-07-20T19:34:53+02:00 23-7-2023 5:20|Attualità, Sezione 5|0 Commenti

NAPOLI – Mai come in questo periodo diventa indispensabile pensare e riflettere a quanto si stia sfruttando in maniera scellerata ciò che, di fatto, è un bene ricevuto di inestimabile valore. Al di là di quello che può essere una considerazione “sentimentaloide”, cioè figlia di un sentimentalismo moralistico che spesso fa storcere il muso, risulta doveroso, invece, prendere coscienza della vergognosa situazione in cui versano fiumi, mari, città e… coscienze. Certo, coscienze! Perché chi non ha rispetto di nulla (e non si parla del pezzo di carta che si può buttare a terra), chi non ha la vergogna di rendere inospitale, non un luogo qualsiasi ma il posto dove vive, ha di sicuro la coscienza marcia. La ricorrenza è un’occasione per riflettere sull’importanza di salvaguardare la natura e l’ambiente in cui viviamo. E’ necessario intervenire, infatti, sia a livello personale che comunitario. Ma se il creato soffre, la vittima predestinata a soccombere è l’uomo, al tempo stesso vittima e carnefice. La natura che l’uomo deturpa per motivi economici, sociali ed egoistici non manca però di presentare il conto.

Ultimamente si sta assistendo ai disastri di un ambiente inondato di materiale plastico, al perenne disinteresse che si sta mostrando verso luoghi e contesti sempre più presi di mira da scelleratezze educative. Non c’è pace per i beni del creato che anche il Papa ha voluto sottolineare nelle sue Encicliche e, come spesso fa, nelle sue innumerevoli occasioni di incontro con i fedeli. Non c’è pace per un ambiente tartassato e sfruttato oltre ogni limite. Al di là di questo offensivo modo di essere, si tratta proprio di avere una coscienza marcia e carica di ignoranza. La lotta rieducativa è da farsi su ciascun uomo per far prendere coscienza della vergognosa realtà che si ritrova a vivere. Ma non può essere affrontato un problema planetario se ciascuno nel proprio piccolo, nella propria coscienza, non interviene per modificare il proprio modo di essere. Quello dell’ambiente è un argomento apparente astratto e lontano da considerare se si pensa a massimi sistemi dove la logica economica la fa da padrona. Soprattutto quando si parla in termini di globalità, di male terrestre, planetario.

Poi, nella quotidianità, quando ti trovi il vicino di casa che lascia in maniera “educata” il sacchetto di immondizia nell’angolo del palazzo alle 10 del mattino quando, invece, a pochi metri, ci sono i cassonetti predisposti per la raccolta differenziata; quando hai davanti una macchina dove il bambino butta di tutto dal finestrino mentre è in braccio alla mamma; quando la signora porta a passeggio il cane e getta, sempre educatamente i bisogni del cane vicino alla scuola dove insegni, allora ti accorgi che alla base c’è sempre e comunque una buona dose di ignoranza voluta, decisa, incrostata, neanche inconsapevole. E ti accorgi che è lì dove si mostra in tutte le sue forme l’ignoranza, quella più terribile perché figlia di una indifferenza (per non parlare di strafottenza) verso il prossimo. Allora scatta la rabbia, quella che urta, infastidisce, smuove le viscere, quella innocente priva di maschere politiche schierate da una parte o dall’altra. Qui si parla del rispetto oggettivo per il creato, per il luogo dove mangi, dove cammini, dove vivi.

Si capisce, quindi, che sono proprio le coscienze che devono essere smosse! Ma la lotta per una educazione del popolo, di noi tutti, è lunga e lenta perché per tanti, troppi, il problema è sempre un altro! Anche in questo ambito risulta evidente che partire da sé è ciò che aiuta. Ognuno è chiamato a testimoniare, dove può, con la propria esistenza, che si può essere presenti a sé e agli altri in maniera decorosa. Il rispetto per sé e per l’ambito in cui vive non ammette deroghe.

Innocenzo Calzone

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Ha condotto per più di 13 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Partecipa e promuove attività culturali con l’associazione “Giovanni Marco Calzone” organizzando incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli con attività di doposcuola per ragazzi bisognosi; collabora con il Banco Alimentare per sostenere famiglie in difficoltà. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi