VITERBO – Passeggiando tra le vie dell’antico quartiere medievale di Viterbo o tra i borghi della sua provincia è facile imbattersi ed osservare il particolare e suggestivo elemento dell’architettura civile chiamato profferlo.
Nel Medioevo, infatti, le case viterbesi venivano costruite generalmente su un piano rialzato rispetto al livello stradale con un’altezza sufficiente da permettere, nella parte sottostante, lo sviluppo di un locale di servizio, posizionato adiacente al terreno e generalmente destinato ad ospitare la bottega, il deposito o più raramente la stalla. Il profferlo è strutturalmente costituito da una scala, di solito ad una sola rampa, che percorre la facciata esterna dell’edificio e termina in un pianerottolo o loggia, più o meno ampio, sul quale si apre la porta principale dell’abitazione.
Questo tipo di balcone poggia su un mezzo arco ribassato in grado di sostenere anche la scalinata e che viene utilizzato per l’accesso ai locali sottostanti. Inoltre la loggia esterna sovrapposta all’arco svolge anche la funzione di tettoia, permettendo così di avere uno spazio riparato dalla pioggia per poter esporre eventuali mercanzie. Guardando frontalmente i profferli si può notare che generalmente hanno la scalinata che scende verso la parte destra dell’edificio e soprattutto, cosa che lo caratterizza, la scala nel primo tratto è priva di parapetto.
Queste due caratteristiche possono far ipotizzare una scelta della costruzione di carattere difensivo, infatti l’eventuale assalitore che intendesse salire la scala si sarebbe trovato il muro della casa sul lato destro e avrebbe avuto difficoltà ad utilizzare la spada. Allo stesso tempo, non essendoci il parapetto sarebbe stato più semplice per gli abitanti della casa spingere di sotto il malintenzionato e per questo motivo, in alcuni casi, sempre a scopo difensivo o di riservatezza, veniva posizionata una porta in basso alla scala così da separare distintamente il balcone dalla strada.
Quasi tutti i profferli del Viterbese sono realizzati in peperino, tipica pietra magmatica della zona, di colore “grigio macchiettato” utilizzata già dagli etruschi per i loro sarcofagi, poi dai romani per gli edifici pubblici, fino a diventare materiale edificabile dominante per le costruzioni medievali e rinascimentali.
Anche se nel concetto di costruzione i profferli sono tutti simili, in realtà non se ne trova uno uguale all’altro, in genere anche grazie alle sapienti mani dei maestri scalpellini che hanno abbellito con intarsi differenti i vari lavori. Ne esistono alcuni semplici e lineari mentre altri sono lavorati, scolpiti e finemente cesellati.
Interi quartieri e borghi della zona sono costruiti con questa pietra, che con la caratteristica tonalità completamente tendente al grigio conferisce ai vecchi quartieri ed ai borghi ben conservati quel fascino sapore di antico rimasto ancora intatto nei secoli.
Grazie Paolo, non si finisce mai di imparare. Queste pillole sono molto interessanti e utili a far crescere la cultura e a stimolare l’interesse nelle persone.
Interessante precisa e puntuale la descrizione sopratutto quella riferita alla costruzione a scopo difensivo ,i nostri avi erano geniali…..e in questa caso lo si capisce molto bene in quanto fondamentale per la loro sopravvivenza.
Piacevole lettura, grazie Paolo