RIETI – In questi giorni di un agosto rovente e dall’atmosfera particolarmente anomala che sa di silenzio, mista a paura e riflessione, le notizie più frequenti sono legate all’andamento del Covid e alla prossima auspicabile ripresa delle scuole. La riapertura quest’anno porta con sé anche la riflessione del futuro dei nostri giovani. Una preoccupazione che si rileva anche dai dati ISFOL che in Italia segnalano solo 570mila under 30, dei 4,4 milioni di lavoratori tornati alle attività il 4 maggio. Praticamente azzerate le opportunità di stage e tirocini; le offerte di lavoro hanno subito un brusco calo e la disoccupazione giovanile è in notevole e costante crescita già dal febbraio 2020.
Ci si chiede se questo quadro poco incoraggiante porterà i giovani ad investire nella formazione. Sembrerebbe proprio di no. Anche in questo caso, le analisi effettuate parlano di un impatto negativo del COVID-19 sulle immatricolazioni ai percorsi universitari 2020-2021 (- 11% rispetto all’anno precedente) e di un più alto livello di rischio di dispersione scolastica per gli studenti più vulnerabili. E dunque si ritorna alla questione di come i giovani vedono e sentono il loro futuro. Secondo i dati di una recente indagine dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo “Essere giovani ai tempi della pandemia”, condotta da Ipsos, lo avvertono compromesso e con poche prospettive. Questa preoccupazione investe il 60% degli intervistati tra i 18 e i 34 anni (2000 italiani e 1000 stranieri, che identificano la certezza di conseguenze negative sul proprio futuro a causa del coronavirus, ma anche e soprattutto vi è la tendenza dei giovani italiani ad abbandonare, e non a posticipare e ricalendarizzare, i propri progetti di vita, almeno nel breve termine.
E’ innegabile che sia necessario intervenire: “Non è più possibile attendere. I sistemi di orientamento devono cogliere questa sfida e sostenere la partecipazione attiva e strutturale dei nostri giovani alla costruzione individuale e collettiva del ‘New Normal’, immaginando un mondo diverso, migliore”. Qui si tratta di dare una risposta ad una grandissima domanda di aiuto di una popolazione spaventata e disorientata che nei giovani esprime le potenzialità dei più forti, ma anche più compromesse, di innovazione per il nostro domani. E dunque, a questo scopo, è necessario ripensare i servizi di orientamento per cogliere questa grande opportunità di cambiamento. Per far ciò è doveroso capire quali sono le nuove esigenze e mettere in campo immediatamente strumenti, canali e risorse.
L’obiettivo è costruire un giusto mix di interventi ed infrastrutture digitali capaci di intercettare i giovani e far comprendere che non sono soli per costruire e consolidare una nuova relazione di fiducia. L’orientamento si basa sempre, oltre che sulla relazione di fiducia, sulla capacità di collaborazione per condividere idee e progetti per il futuro. Questa fiducia, sulla quale si basa qualunque intervento di orientamento, in questo momento storico rappresenta, soprattutto per i giovani, la chiave di volta nel difficile percorso di ricostruzione dei propri obiettivi di studio, di lavoro e di vita. Diverse, in questo senso, possono essere le modalità per garantire e rilanciare l’orientamento, ai tempi del COVID-19 ed in tal senso sono state osservate alcune esperienze, quali ad esempio la Regione Piemonte che, all’interno del proprio sistema regionale di orientamento, ha reagito proponendo i servizi di orientamento a distanza per scuole, ragazzi e famiglie, nei momenti della scelta scolastica e per agevolare la scoperta del mondo delle professioni. Il Comune di Firenze, all’interno delle attività del Piano Educativo Regionale, ha dato il via al canale Youtube “Cosa fare da grande” che accompagna gli studenti con spunti di riflessione su alcune delle principali conoscenze e capacità per gestire una scelta consapevole per il domani. Così come anche la Regione Liguria con #Progettiamocilfuturo gestito dallo staff Aliseo, Agenzia ligure per gli studenti e l’orientamento, L’università di Camerino ha promosso un percorso di career service e career day on line, con un calendario che ha previsto una serie di laboratori interattivi in italiano e in inglese sulle Career Management Skills. Prevedendo la partecipazione di più di 1000 studenti.
Ognuno dunque può e deve fare la sua parte, identificando strumenti e risorse per fornire un contributo per garantire che il prezzo della pandemia non sia pagato dal futuro dei nostri giovani.
Stefania Saccone
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