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Il potere salvifico della scrittura. Quella a mano

di | 2024-07-18T18:06:49+02:00 21-7-2024 5:25|Cultura, Sezione 6|0 Commenti

NUORO – La scrittura è la rappresentazione di cose e idee mediante segni. Ha un luogo e una data di nascita: la città mesopotamica di Uruk, verso la fine del IV millennio a.C. Molti studi hanno dimostrato che scrivere a mano coinvolga aree del cervello più vaste di quante invece ne coinvolga la scrittura digitale. In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, la scrittura a mano sembra essere diventata un’arte quasi dimenticata. Tuttavia, il valore e i benefici della scrittura a mano sono veramente inestimabili. La pedagogista Viviana Federici di Martorana, autrice di “Perché il corsivo nella didattica”, sostiene con fermezza che la scrittura a mano, nonostante sia un po’ più faticosa della digitazione, sia curativa, preventiva, e aiuti ad ordinare e a stimolare la mente. Scrivere a mano è un’arte, oggigiorno purtroppo spesso sottovalutata, e rappresenta uno dei più immediati mezzi di espressione comunicativa.

È pratico e non richiede l’utilizzo di strumenti particolari. Basta carta e penna, un gessetto e una lavagna ma anche un piccolo legno e della sabbia. Chi presenta una mente fantasiosa può addirittura immaginare di scrivere interi pensieri nel vuoto con un semplice gesto del dito. Per quanto più veloce, la scrittura in stampatello o la scrittura ottenuta ricorrendo ad una tastiera non è adatta per la mano e non facilita il gesto grafico. Esso viene continuamente interrotto e non favorisce chiarezza, continuità di tratto, rapidità, fluidità ed efficacia nella scrittura.

È fondamentale non sottovalutare il potere della scrittura a mano perché è da ritenersi come un segno unico, personale, una sorta di impronta digitale che permette di distinguerci dagli altri. Non esistono due grafie identiche, ogni essere umano ha la propria e attraverso i segni su un foglio esprimiamo qualcosa di noi stessi, il nostro umore, il nostro stato d’animo, le nostre paure, gioie, emozioni e frustrazioni. La forza con cui imprimiamo un segno su un foglio, la forma che diamo ai singoli grafemi, la grandezza o meno degli stessi esprime qualcosa di noi: eccitazione, rabbia, calma, noia, paura, gioia o dolore.

In un’epoca in cui la comunicazione digitale tende a omologare e codificare la comunicazione, la scrittura a mano rende personale e autentico il nostro modo di esprimerci e stimola il pensiero critico. La scrittura a mano libera la creatività in modo unico, favorisce il processo di apprendimento e il consolidamento della memoria. Richiede una maggiore concentrazione rispetto alla scrittura digitale, favorisce lo sviluppo motorio migliorando la coordinazione occhio-mano e collega al passato permettendoci di connetterci con tradizioni e culture precedenti alla nostra e di apprezzare le grafie sviluppatesi ed evolutesi nel corso dei secoli.

Secondo una ricerca dell’Università di Washington, se scritti a mano su un foglio di carta e non digitalizzati, anche i contenuti dei testi risultano migliori, più completi e ricchi di particolari. La scienza afferma che la scrittura a mano prevenga l’invecchiamento cerebrale, e questa non è una cosa di poco conto se pensiamo che la nostra popolazione diventa sempre più anziana col trascorrere del tempo. Scrivere a mano inoltre può avere persino un effetto terapeutico, rilassante, catartico e consente alle emozioni di fluire liberamente. Tende a sottrarre la mente da altri pensieri, da tensioni e nervosismi, a concentrarsi su quello che si sta scrivendo, a smussare la negatività e a rilassare mente e muscoli.

Duccio Demetrio

Dedicandosi all’uso del corsivo, secondo alcuni esperti, si favorisce un sano sviluppo psichico dei giovani. La linea continua possiede una sua intrinseca musicalità che penetra nel mondo interiore, facendo emergere le emozioni. I pensieri armoniosamente così traslano facilmente dalla mente al foglio, come non accade nella digitazione su tastiera e nemmeno scrivendo in solo stampatello. La scrittura a mano è solo una costruzione artificiosa della nostra immagine. Il corsivo, dal latino currere, che corre o scorre, è una modalità di scrittura semplice ed efficace, valorizza il lavoro della mano e della mente, è una caratteristica personale e rivela l’identità di chi scrive, le sue attitudini, le potenzialità relazionali e affettive. Scrivere a mano è prendere coscienza di sé, esprimere la propria personalità, offrire la più importante documentazione di sé stessi.

James Pennebaker

Il sociologo James Pennebaker nel libro “Il potere della scrittura” mostra l’enorme potere della scrittura espressiva intesa come mezzo per dar corpo a pensieri ed emozioni, rispetto a situazioni dolorose o traumatiche, e garantire uno stato di benessere nell’individuo. Tradurre i pensieri in parole spesso aiuta a far chiarezza in sé stessi, ad elaborare i concetti, a razionalizzare gli eventi, a comprendere e gestire i disordini emotivi della vita. Scrivere a mano permette di dare significato agli eventi, cambiare il modo in cui le esperienze emotive sono organizzate nella nostra mente, riconoscere la nostra vulnerabilità.

Come asserisce Duccio Demetrio, professore ordinario di Filosofia dell’educazione e di Teorie e pratiche della narrazione all’università degli studi di Milano-Bicocca, “scriviamo per lasciare una testimonianza della nostra esistenza, per riflettere su noi stessi, per affrontare un momento difficile della nostra vita, scriviamo per ricordare e per costruire nuovi ricordi”. “Scrivere è molto facile, basta un po’ di tempo e un posto tranquillo. Anche qualcosa di così semplice, che l’uomo fa da millenni, può generare un cambiamento e agire positivamente sulla salute” (Pennebaker, Smyth, 2016).

Andrea Bajani

“Abbiamo solo ventuno lettere – ha detto il maestro -. Con quelle dovremo fare tutto: ridere, piangere, consolare, amare, contraddirci. Dire quando siamo felici, non far capire quando non lo siamo più, ingoiare una parola che potrebbe ferire, tenercene una tra le mani come una cosa fragilissima e preziosa (…) Tutti vorremmo provare a mettere la vita in ordine alfabetico. Ben sapendo che, purtroppo e per fortuna, in ordine alfabetico la vita non ci sta” (Andrea Bajani).

In questa nostra epoca, recuperare la scrittura a mano merita grande attenzione. Non è necessario demonizzare la tecnologia, l’uso di pc, tablet, smartphone e dell’intelligenza artificiale, ma questi strumenti devono solo affiancare e non sostituire la modalità tradizionale di scrittura. Il vecchio e il nuovo possono e devono convivere senza che l’uno escluda l’altro.

Virginia Mariane

Amante del buon cibo, di un libro, della storia, dell’archeologia, dei viaggi e della musica

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