VITERBO – E’ stato il film del cuore di grandi e piccini per 25 anni ed ora è tornato con un nuovo look. Il live-action de “Il Re leone”, firmato Disney è arrivato nelle sale italiane per animare gli ultimi giorni d’estate con le avventure di Simba figlio dei leoni regnanti nelle terre del Branco ai quali ambiva per successione lo zio Scar, disposto a tutto pur di ottenere il regno. La storia del re Leone è, senza dubbio, uno dei film d’animazione più acclamati, riconosciuti e ricordati dal pubblico di tutto il mondo. E’ essenzialmente una storia d’amore fra padre e figlio e racconta il momento nella vita in cui ti rendi conto che tuo padre ti sta trasmettendo la sua saggezza e la sua esperienza. E’ il cerchio della vita. Prima o poi tutti diventiamo adulti e raccogliamo l’eredità morale di chi ha vissuto prima di noi per crescere a nostra volta e fare esperienza.
La storia de “Il Re Leone” è originale e segue le avventure di Simba, il vivace cucciolo di leone che non vede l’ora di diventare re. Ma il suo invidioso zio Scar, che desidera ascendere al trono al suo posto, riuscirà ad esiliarlo dal regno. Solo e alla deriva, Simba incontra la simpatica mangusta di nome Timon e il cordiale facocero Pumbaa e adotta il loro stile di vita spensierato, ispirato al motto di “Hakuna Matata”, cioè vivere senza pensieri. Una vera e propria scelta per Simba, che vuole sfuggire alle sue responsabilità, diventa una filosofia di vita in quanto esalta appunto un’esistenza senza pensieri, una vita che va presa così come viene dove le azioni compiute non hanno un impatto le une sulle altre. Simba dimentica il suo ruolo e le sue responsabilità, fino a quando non decide di affrontare il suo destino e tornare alla Terra del Branco per rivendicare il suo posto nel Cerchio della Vita.
Essere re non significa banalmente fare tutto quello che si vuole ma vuol dire molto di più, per questo, la storia di questo piccolo cucciolo di leone che vive nella savana africana e che ha come miglior amica Nala porta con sé numerosi insegnamenti e lezioni di vita che colpiscono grandi e piccoli. Nel suo percorso, Simba impara ad affrontare i problemi della vita. Lo fa attraverso grandi e piccoli insegnamenti. Tutte perle di saggezza che solo grazie ad un’età più matura si è in grado di capire, apprezzare e tenere da conto per il presente e il futuro.
Lo zio Scar, dopo aver scacciato il piccolo Simba, diventa solo un terribile despota che avido di potere con la forza della malvagità regna dal suo pulpito. Simba, al contrario, rappresenta la giustizia, la rivincita dei buoni; cresce e trascorre la sua vita con sfrontatezza e spensieratezza trascurando le riflessioni adulte sulla riconquista del trono, sul senso della vita e sull’accettazione delle proprie responsabilità. Ma come nella vita di tutti noi si arriva ad un punto, ad un bivio dove si è costretti a decidere cosa fare: scappare davanti alle difficoltà oppure capire che si tratta appunto di passato e che da esso bisogna solo imparare.
Con il ritorno sul grande schermo del grande classico Disney, ci si interroga nuovamente sul significato del cerchio della vita che può essere descritto come il ciclo vitale di ogni essere vivente. Tale ciclo comporta che ogni creatura sia connessa l’una con l’altra, formando un delicato equilibrio che va tutelato costantemente per permettere a tutti gli esseri viventi di prosperare nel corso nel tempo. L’importante è rimanere fedeli a se stessi, e provarci ad ogni costo per realizzare quel progetto della nostra vita, che in fondo, forse, qualcuno ha già scritto per noi fin da quando siamo nati. In questo immenso ciclo di vita, speranza e morte, è bene ricordare che i “grandi re del passato ci guardano da lassù”. Solo chi riesce ad rialzarsi a correre e ad affrontare il passato, vince la sua sfida più grande, quella con se stesso.
Adele Paglialunga
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