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Il Natale come trasmissione di un Bene essenziale

di | 2020-12-18T17:45:56+01:00 20-12-2020 6:45|Attualità, Sezione10|0 Commenti

NAPOLI – Mai come quest’anno il Natale si prefigura “ridotto” da una serie innumerevole di decreti che, pare, ne impediscano il “regolare svolgimento”. Preoccupati dall’aspetto esteriore che il Natale mostra in termini di immagine e di aspetti commerciali, seppur giustissimi, sono proprio questi aspetti che, paradossalmente, mancando, possono spingerci a considerare e riflettere sulla vera portata del lieto annuncio. Verrebbe quasi da dire che “finalmente” l’essenzialità di un fatto, del Fatto, possa essere riconosciuto nella sua peculiarità.

“A Natale puoi” o anche “a Natale si può dare di più” e così via… Sono una serie di slogan che, insieme a tanto buonismo diffuso attraverso i media, hanno, nel corso degli anni, tramutato l’annuncio di un incontro, di una Presenza, di un Bene, in una serie di buoni propositi come se il volersi bene, “sdolcinatamente” parlando, possa aiutare ad affrontare i reali problemi dell’uomo.

E quindi, per un periodo determinato del tempo, diventiamo languidi nello sguardo, permissivi, dolci e buoni come un pandoro innevato di zucchero a velo. Quest’anno ci si è messo anche il Covid… Un dramma che colpisce sempre più da vicino e che limita fortemente il contatto, il riunirsi, lo stare insieme. Rinchiusi nelle nostre abitazioni ci affanniamo ad organizzare spazi e tempi nuovi. Ma fu vero dramma? Non si parla in termini di contagio quanto dell’appiattimento di desiderio, di domanda su di sé e sul mondo che rende la nostra vita piallata, asfaltata da un tremendo accontentarsi tanto che quasi non si percepisca la necessità di un senso, di un di più nella propria vita.

Il Natale è la semplice, grande, esagerata pretesa di essere comunicazione, trasmissione del Bene. Non del volersi bene, vagamente inteso, che scade nel momento in cui lo si dice. Perché, diciamolo, il più delle volte manca inesorabilmente, tristemente di un fondamento. Il Natale è trasmissione di un bene che ha, invece, l’unico, originario, possibile fondamento che è Colui che può, Colui che genera, Colui che ha dato significato al Bene. Ogni altro, fugace bene è solo frutto di un desiderio che non ha base certa, che non ha fondamento se non in un sentimentalismo moralistico che lascia il tempo che trova. Fugace, insensato, senza motivo. Un po’ come il lastricar pavimenti… Il Natale propone fortemente una fonte, un luogo, una compagnia di persone, quindi una realtà fatta di carne e ossa, innamorata del proprio destino che, in quanto tale, genera libertà, paradossalmente appartenenza e, per questo, strano a dirsi, libertà. Libertà di appartenere; appartenere liberamente contro ogni mentalità riduttivistica generata dal pensiero dominante radical chic, appartenenza ad un respiro ampio, senza insidie. Vero.

Innocenzo Calzone

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Ha condotto per più di 13 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Partecipa e promuove attività culturali con l’associazione “Giovanni Marco Calzone” organizzando incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli con attività di doposcuola per ragazzi bisognosi; collabora con il Banco Alimentare per sostenere famiglie in difficoltà. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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