/, Sezione 8/Museo dell’innocenza, esperienza irripetibile

Museo dell’innocenza, esperienza irripetibile

di | 2024-03-24T09:47:16+01:00 24-3-2024 5:35|Cultura, Sezione 8|0 Commenti

NUORO – In Turchia, nella città di Istanbul, esiste un museo unico al mondo. A Beyoglu, nella parte europea, tra vecchie case di legno abbandonate e botteghe di antiquari, si erge un edificio di tre piani. L’aspetto non è antico, è dipinto di rosso scuro e risale al 1897. Orhan Pamuk l’ha fatto ristrutturare da un architetto adattandolo alla funzione di museo. È nato così, nel 2012, il “Masumiyet Müzesi”, ovvero il Museo dell’innocenza, unico luogo capace di offrire un affascinante tuffo nella Istanbul degli anni Settanta dove, fra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, ha abitato la famiglia Keskin, la bella e giovane Füsun e i suoi genitori. Nell’incantevole Museo dell’Innocenza il bellissimo romanzo omonimo di Orhan Pamuk prende vita offrendo al visitatore un viaggio tra passato e presente nella magica atmosfera della città di Istanbul.

Qui il tempo sembra fermarsi e la nostalgia prende il sopravvento. Qui il potere dell’immaginazione rimodella e plasma la realtà. Non è necessario conoscere le opere di Orhan Pamuk per apprezzare questo museo, né tantomeno essere appassionati lettori. Il museo rappresenta una sorta di estensione visiva e uditiva delle sue storie, in particolare del romanzo omonimo che suscita emozioni. Per questo il “Masumiyet Müzesi” presenta una carrellata di fotografie, citazioni letterarie, oggetti vari che raccontano speranze, storie d’amore, delusioni e desideri degli uomini. Il museo si compone di una serie di esposizioni corrispondenti agli 83 capitoli del romanzo. Secondo la narrazione, gli oggetti museali sono stati raccolti e organizzati da Kemal, il protagonista del romanzo, e rappresentano i suoi ricordi di Füsun e della sua storia d’amore raccontata nel romanzo. Il museo, ad oggi, è diventato una delle mete turistiche più frequentate della città, con diverse migliaia di visitatori, ma l’esposizione non accoglie più di cinquanta ospiti alla volta. Ciò conferisce alla struttura un’aura di pace e calma dove è possibile godere con tranquillità della particolare atmosfera creata al suo interno.

L’allestimento è curato nei minimi particolari dallo stesso Pamuk con l’ausilio di architetti, artigiani e specialisti. Vengono pertanto valorizzati notevolmente i pezzi esposti. Quando si varca la soglia del Museo dell’Innocenza ci si trova immersi nell’atmosfera del romanzo. Ma questo non è solo il luogo in cui viene raccontata e rappresentata la storia d’amore di due giovani, ma è un vero e proprio atto d’amore di Pamuk verso la città in cui è nato ed è sempre vissuto. Tale atto d’amore si estende e abbraccia i quartieri dove ha trascorso la sua infanzia e la giovinezza, e le vie che ha più volte battuto immaginando di ambientare un suo romanzo in quella vecchia casa per poi trasformarla in un museo. Gli oggetti esposti sono curati con attenzione ed evocano alla mente i momenti descritti nella storia d’amore tra Kemal e Füsun. Si possono ammirare gli abiti originali risalenti agli anni ‘70, come quello indossato da Füsun durante le sue lezioni di guida, gli oggetti della vita quotidiana come giocattoli d’epoca, bottigliette di soda, cucchiaini e bicchieri da tè, ma anche dei manifesti.

Salendo le scale che conducono attraverso i tre piani, si trovano esposte 83 bacheche in legno. Sono tante quante i capitoli del romanzo, anche se alcune sono ancora chiuse perché non complete. Qui gli oggetti, che ammontano a più di 700 e sono tutti citati nel libro, appaiono sistemati come fossero dei quadri in una pinacoteca. Luci, suoni e rumori riprodotti in alcuni punti del museo conducono il visitatore fino alla soffitta dove è possibile affacciarsi per guardare l’intero museo. Uno degli aspetti più particolari è l’opera d’arte creata con 4.213 mozziconi di sigarette disposti a creare una sorta di natura morta che trasporta il visitatore in un mondo di sogno, e ognuno di questi è associato a una situazione o a una frase pronunciata dalla protagonista mentre li fumava. La visita al museo può essere associata ad un’esperienza coinvolgente che unisce in modo magistrale l’arte visiva con la narrazione letteraria.

Il Museo dell’Innocenza di Pamuk rappresenta la vita e l’umanità di tutti gli individui, e il manifesto scritto da lui e dedicato ai musei esprime il suo profondo affetto e la stima per queste istituzioni. Nel suo manifesto sottolinea quanto sia importante raccontare le storie degli individui con la stessa potenza dei grandi musei. Inoltre ritiene che i musei dovrebbero diventare più piccoli, individualisti e accessibili a tutti, in modo da riflettere storie su scala umana e raccontarle in modo più autentico. Al Museo dell’Innocenza di Orhan Pamuk ogni visitatore si sente parte di ciò che sta vedendo grazie alla combinazione tra narrazione e museo fisico. La visita al Museo dell’Innocenza è un’opportunità per riflettere sulla natura umana, sulle passioni, sulle relazioni e sulla vita di ognuno di noi. È un’esperienza che favorisce la connessione con l’intera umanità.

Orhan Pamuk afferma che ognuno di noi può contribuire a creare piccoli musei nelle proprie abitazioni, condividendo le proprie storie e i propri oggetti personali. Solo così l’esperienza museale può essere resa più personale poiché coinvolge direttamente le persone nella creazione e nella condivisione della cultura. Non è raro che un romanzo tragga ispirazione da un museo, qui è accaduto il contrario. Il Museo dell’Innocenza è nato tra le pagine del romanzo pubblicato nel 2008 dal premio Nobel per la letteratura. La storia della Turchia e le vicende di personaggi immaginari nel libro di Pamuk si intrecciano e Kemal colleziona gli oggetti che gli ricordano l’amore irrealizzabile per la cugina Füsun. Il 17 maggio 2014 il Museo dell’Innocenza ha vinto il Premio del museo europeo dell’anno. Nonostante la simbiosi tra il museo e il romanzo, Pamuk sostiene che essi possono essere vissuti indipendentemente l’uno dall’altro “proprio come il romanzo è del tutto comprensibile senza una visita al museo, così il museo è un luogo che può essere visitato e vissuto da solo”.

Entrando nel Museo dell’Innocenza si varca il limitare del tempo, lasciando fuori ogni retroterra culturale. Ogni oggetto parla e racconta la sua storia, quella delle persone che ne hanno avuto anche temporaneamente il possesso e degli eventi che le hanno viste partecipi. A ogni gruppo di oggetti, vecchi ma non antichi, si accompagna la sua citazione, a volte evidente, a volte del tutto sorprendente.

Virginia Mariane

Amante del buon cibo, di un libro, della storia, dell’archeologia, dei viaggi e della musica

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi