VITERBO – La Sardegna non è solo incantevoli paesaggi, storia, cultura, profumi, tradizioni e buon cibo. Non solo. È in questa terra così ammaliante che è nata la storia dei murales sardi, ad Orgosolo per la precisione, centro della campagna Campidanese. In breve tempo l’isola è diventata una sorta di capitale del muralismo, dando vita a suggestivi scorci in decadenza, a viuzze abbandonate, ma anche dando voce alla sofferenza e alla protesta.
Una Sardegna anche da dipingere, colorare, dove tra i tanti, c’è un murales che raffigura una donna in abito tradizionale sardo, con il fazzoletto in testa, il tradizionale scialle ricamato, su uno sfondo giallo e bianco con fiori blu. La peculiarità è che è uno dei trenta murales più belli al mondo, in quanto si è classificato al 23esimo posto assoluto tra i 100 murales più belli nel mondo, nel 2022, per la competizione annuale del sito Street Art Cities, che segnala proprio le opere di strada che abbelliscono le città di tutto il mondo.
Si intitola Sa festa, La festa, e si trova in provincia di Oristano, ad Uras, nella subregione del Campidano di Oristano. A creare questo gioiello lungo ben 25 metri è stato l’artista sardo di Atzara, Mauro Patta. Basti pensare che erano 100 le città in gara di trenta nazioni e a rappresentare l’Italia sette opere, tra le quali Uras proviente dalla Sardegna. L’opera è stata votata tramite l’app gratuita di Street Art Cities.
Si tratta di un omaggio ad Uras ed è stata dipinta su una delle pareti esterne della sede dell’Avis di via Marconi, commissionata all’artista dalla Leva 1981. È piaciuta subito, tanto da entrare in poco tempo nella top 10 dei migliori murales, sempre sul sito Street Art Cities. Parla di tradizione, di usanze, di storia legate ad Uras, con le caratteristiche feste paesane e proprio con quella particolare usanza di spargere migliaia di fiori lungo le vie, quando passano le processioni.
Laura Ciulli
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