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Ricerca dell’essenziale al Meeting di Rimini

di | 2024-08-25T22:49:52+02:00 25-8-2024 5:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

RIMINI – Anche quest’anno il tema del Meeting di Rimini pone domande intriganti per chi ha voglia di lasciarsi interrogare. Lo stesso Papa Francesco ha voluto, nel salutare i partecipanti, porsi con un messaggio non scontato. Il Santo Padre si è, infatti, rivolto agli organizzatori, ai volontari e a tutti coloro che prenderanno parte all’evento, con un accorato appello alla responsabilità: “La nostra epoca – ha sottolineato – è segnata da problematiche varie e notevoli sfide, dinanzi alle quali riscontriamo talvolta un senso di impotenza, un atteggiamento rinunciatario e passivo che possono condurre a trascinare la vita e a lasciarsi travolgere dallo stordimento dell’effimero, fino a perdere il significato dell’esistenza. In questo scenario, perciò, è quanto mai pertinente la scelta di mettersi sulle tracce di ciò che è essenziale. Ma non bisogna, come spesso si fa, guardare ai drammi di ciò che accade nel mondo, guerre lotte tra popoli, tirannie e quant’altro. Non si può continuare a vedere oltre confine, oltre noi stessi lamentando, giudicando, osservando timorosi a ciò che potrà accadere, a ciò che dall’inizio dei tempi accade oltre noi”.

Il tema del meeting e l’accorato appello che il Papa fa è un augurio per cominciare a guardare noi stessi, ad interpellarci per il nostro debole e fragile quotidiano. Ma cosa cerchiamo in fondo? Cosa spinge a muoversi nel nostro quotidiano? Cerchiamo veramente l’essenziale? E cos’è l’essenziale?

Papa Francesco ha incoraggiato dunque il tentativo di cercare, con passione ed entusiasmo, quanto fa emergere la bellezza della vita, affrontando la questione posta da don Luigi Giussani quando con coraggio affermava: “Il cuore è roso dalla sclerosi, vale a dire dalla perdita della passione e del gusto del vivere. La vecchiaia a vent’anni e anche prima, la vecchiaia a quindici anni, questa è la caratteristica del mondo d’oggi”.

Mentre soffiano i gelidi venti della guerra, aggiungendosi a ricorrenti fenomeni di ingiustizia, violenza e disuguaglianza, è imprescindibile fermarsi e chiedersi: c’è qualcosa per cui vale la pena vivere e sperare? Sull’esempio di chi ha necessità di liberarsi del superfluo per poter camminare più speditamente scopriamo che il valore dell’esistenza umana non consiste nelle cose, nei successi ottenuti, nella corsa della competizione, ma anzitutto in quella relazione d’amore che ci sostiene, radicando il nostro cammino nella fiducia e nella speranza: è l’amicizia con Dio, che si riflette poi in tutte le altre relazioni umane, a fondare la gioia che non verrà mai meno. Siamo amati, questa è la verità essenziale, averne coscienza è non solo liberante ma stra-volgente.

Solo con-fidare in questo, infatti, salva la nostra fragile umanità e, in mezzo alle avversità, ci fa sperimentare una letizia altrimenti impossibile. Senza questo punto di ancoraggio, è facile cadere in tranelli quotidiani fatti di soddisfazioni passeggere, di trame di banalità quotidiane. Ritornare all’essenziale non significa evadere dalla realtà ma, al contrario, è la condizione per immergersi davvero nella storia, per affrontarla senza fuggirne le sfide, per trovare il coraggio di rischiare e di amare anche quando sembra che non ne valga la pena, per vivere nel mondo senza timore alcuno. In questo spirito, dunque, il Santo Padre ha apprezzato e condiviso la finalità del Meeting, perché puntare all’essenziale ci aiuta a prendere in mano la nostra vita e a farne uno strumento di consapevolezza del bene che si è ricevuto, della misericordia che diventa segno di benedizione per il prossimo. Di fronte alla tentazione dello scoraggiamento, alla complessità della crisi attuale e, in particolare, alla sfida di una pace che sembra impossibile, il Santo Padre ha esortato tutti a diventare protagonisti responsabili del cambiamento. Questo corale impegno può generare un mondo nuovo, dove finalmente a partire da una coscienza di fraternità vissuta si possa, nel piccolo della nostra esistenza, desiderare l’essenziale, domandare cioè la bellezza di una vita adeguata al suo scopo.

Innocenzo Calzone

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Ha condotto per più di 13 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Partecipa e promuove attività culturali con l’associazione “Giovanni Marco Calzone” organizzando incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli con attività di doposcuola per ragazzi bisognosi; collabora con il Banco Alimentare per sostenere famiglie in difficoltà. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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