Quelli della mia età, diciamo dai quarantacinque in sù, ricordano benissimo gli inverni in cui l’aula della scuola diventava una ghiacciaia per mancanza di riscaldamento e nemmeno restare seduti al banco con il cappotto addosso poteva darti sollievo. Febbraio, in particolare, era il mese delle gelate, delle nevicate e comunque del grande freddo. Si sapeva, eravamo abituati, il termometro sotto zero non rappresentava una novità e l’evento di per sé faceva notizia solo se passava alla radio o alla televisione. Col tempo, poi, colpa anche dell’avvento di internet, l’annuncio ha preso a fare scalpore quando la previsione lentamente ma inesorabilmente è diventata un argomento di cui parlare al bar, sull’autobus e in ufficio.
Oggi poi, con gli allerta meteo che si sono trasformati in una giustificazione per amministrazioni non in grado di far fronte ai danni conseguenti – della serie “io vi avevo avvertito” – i bollettini meteo troppo spesso paventano scenari apocalittici di cui, comunque, un po’ a tutti piace discutere.
Ma non tutti, ovviamente, la pensiamo alla stessa maniera. Tra favorevoli (ai bollettini meteo ritenuti esagerati) e contrari lo scontro è serrato ed è probabile che le due compagini si dividano al 50 per cento il consenso dell’opinione pubblica.
Il vecchio detto “Piove, governo ladro” è sempre presente e per qualcuno è dura a morire la convinzione che anche il maltempo sia colpa di chi amministra.
Oggi ci piace anche dare un nome ai venti, ai temporali, agli abbassamenti di temperatura perché così è più facile individuarli nei nostri discorsi tra amici. Ed ecco che dall’est europeo, dalla Russia – patria del Generale Inverno – arriva Burian e cresce la paura. C’è chi ha fatto scorta di viveri in previsione di giorni e giorni da passare chiusi in casa. E c’è chi si è premunito riempiendo il magazzino di legna da ardere, pellet e gasolio. C’è pure chi ha già deciso di non mandare i figli a scuola e di non andare lui stesso a lavorare.
Burian fa paura, fermo restando che alla fine, se le peggior previsioni non si realizzeranno, ci rimarrà la delusione di non poterne parlare come se ci trovassimo ad affrontare la discussione di un dopo partita del campionato di serie A.
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