FIRENZE – Il lockdown e le successive colorazioni di regione non hanno impattato solamente l’economia, ma hanno avuto grosse ripercussioni sulla salute fisica dei cittadini e sopratutto sul benessere psicologico di bambini ed adolescenti. L’impatto del Covid sui ragazzi è risultato fin da subito basso, ma pure i più giovani sono stati costretti a casa al fine di proteggere gli adulti. Questa chiusura totale (divenuta poi parziale) ha comunque portato a patologie di vario tipo, considerando che nell’era pre-Covid i ragazzi erano abituati a riunirsi, banalmente, davanti a scuola prima del suono della campanella, abbracciandosi e scambiandosi opinioni.
Una semplice azione resa impossibile dalle norme sul distanziamento sociale che ha portato a grosse limitazioni vedendo portata via la “normalità” della gioventù. Spesso si è parlato di prevenzione al Covid senza dare spazio alle patologie mentali che sarebbero potute insorgere a seguito di questo repentino cambio di vita, una sedentarietà che ha portato ad un sensibile aumento delle ore passate davanti al pc, in particolare sui social (dalle 2,9 ore alle 5,1 in media al giorno), che con la riduzione del livello di attività fisica (di circa il 64%) ha portato anche a patologie alimentari.
Tra i disturbi più noti, insorti tra i giovani, è possibile trovare anche quelli relativia l sonno, causati proprio dallo scompenso del ritmo circadiano dovuto a nuove abitudini, come ad esempio, quella di passare ore a guardare serie TV anche durante la notte fino al mattino. Si è vista una diminuzione della durata del riposo notturno nei bambini, mentre il 63,9% della fascia adolescenziale ha ridotto sensibilmente le ore di sonno. Il 61% di ragazzi tra i 6 e i 14 anni riscontra anche difficoltà nell’addormentarsi oppure un sonno frammentato.
Inoltre, studi più recenti hanno dimostrato una prevalenza di disturbi d’ansia e di tipo depressivo negli adolescenti e nei bambini. Per i ragazzi in età prescolare sono stati evidenziati disturbi del comportamento e dello stato emotivo. Queste patologie hanno drammaticamente alzato il tasso dei suicidi nei ragazzi con meno di 20 anni. Ma non solo, oltre ai danni causati dal lockdown, i ragazzi sono andati incontro all’aumento di abusi, abbandoni e maltrattamenti, dovuti al forte stress dei conviventi dovuto, molto spesso, all’incertezza economica.
La riapertura delle scuole nell’ultimo periodo ha permesso ai giovani di ritrovare quel senso di comunità che era ormai lontano, ma ancora oggi si va incontro alla chiusura delle discoteche, altro luogo di aggregazione amato dai giovani. Adesso non resta che attendere settembre, per capire se gli istituti scolastici apriranno, permettendo ai ragazzi di non andare incontro a nuove patologie ma tornare a scoprire il mondo tra i banchi scolastici.
Boris Zarcone
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