//Il delfino innamorato che salvò la compagna

Il delfino innamorato che salvò la compagna

di | 2021-04-04T10:21:02+02:00 4-4-2021 7:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Si stavano preparando per l’ennesima immersione. Il mare di Siracusa era splendido e calmo, il sole caldo e luminoso e la giornata meravigliosa, come solo il nostro Mediterraneo sa regalare. Niente fucili per la caccia subacquea perché già da tempo avevano rinunciato a questa specie di svago: “L’ho deciso molto tempo fa – confidava lui agli amici -. Successe che avevo adocchiato una bella cernia, sparai e la colpii ma non in maniera subito letale. Si difendeva con una foga e una forza incredibili quando tentavo di afferrarla. Ad un certo punto si incastrò fra le rocce e in un gesto involontario poggiai la mano sul suo ventre: sentii il suo cuore che batteva all’impazzata, era terrorizato dalla paura. La paura di morire… In quel momento decisi che mai più avrei compiuto quei gesti. Tutti gli esseri viventi hanno il diritto di vivere. Da quel momento, era il 1967, sono diventato vegetariano”.

Enzo Maiorca con la figlia Rossana

Sulla barca avevano già indossato le mute per calarsi, erano seduti sul bordo con il mare alle spalle. Quando, improvvisamente, lui si sentì toccare sulla spalla; ne rimase sorpreso perché dietro c’era solo acqua salata. Si voltò e vide che c’era un delfino che però non aveva fatto quel gesto per giocare (come si sa, sono animali molto socievoli e di solito non hanno timore dell’uomo), ma per esprimere qualcosa di diverso. Si accorse che il delfino si allontanava e poi tornava verso l’imbarcazione: la cosa si ripeteva con continuità e quindi intuì che stava cercando di dirgli qualcosa. Si tuffò e seguì l’animale. Si immersero e lì scoprì un altro delfino che era rimasto impigliato a circa 12 metri di profondità, intrappolato nella rete di una tonnara abbandonata.

Riemerse subito e chiamò a gran voce la ragazza, chiedendole di immergersi subito e di portare i coltelli da sub. Era praticamente un ordine. Il primo delfino, quello della toccatina alla spalla, era sempre lì e sembrava molto impaziente. Lo seguirono quando si immerse e raggiunse l’altro animale che continuava a lottare disperatamente e inutilmente per liberarsi da quei legacci. Non senza fatica, riuscirono a tagliare la rete: erano mani esperte di quei lavori, ma a 12 metri di profondità e con la luce che comincia a scarseggiare tutto diventa più complicato. Quando anche l’ultimo brandello fu tagliato, il delfino dette uno strattone e si lanciò verso la superficie per poter finalmente tornare a respirare. Contemporaneamente lanciò un urlo di liberazione. Aveva rischiato di morire perché i delfini non possono resistere più di una decina di minuti sott’acqua.

Enzo Maiorca

L’uomo e la ragazza risalirono anche loro e cercarono di controllare se la lunga permanenza avesse potuto provocare qualche danno. Ma le sorprese non erano finite perché poco dopo partorì un cucciolo. Era una femmina e aveva lottato per salvare se stessa e il piccolo che portava in grembo. Il parto fu veloce e così mamma e figlio si allontanarono senza ulteriori problemi. Risalirono sulla barca e si sedettero sul bordo. Poco dopo il maschio che era riuscito a dare l’allarme si avvicinò nuovamente al bordo e sfiorò la guancia dell’uomo che era rimasto ad osservare il mare: fu un bacio di affetto e di riconoscenza.

No, non è una favola anche se potrebbe sembrarlo. E’ un fatto vero raccontato da Enzo Maiorca, famoso apneista siciliano scomparso nel 2013 a 85 anni. Quel giorno con lui sulla barca c’era la figlia Rossana, anch’ella esperta subacquea. Spesso, proprio dal mondo animale arrivano esempi e comportamenti che noi umani dovremmo imparare a riconoscere e imitare. “Fin quando l’uomo non avrà imparato a rispettare e a dialogare con il mondo animale, non potrà mai conoscere il suo vero ruolo su questa Terra” ripeteva spesso Maiorca. Ecco, proviamo a seguire quel suo consiglio.

Buona domenica e buona Pasqua a voi e ai vostri cari.

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