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Il cruscotto per il ritorno a scuola, ma chi l’ha visto?

di | 2020-07-18T09:58:28+02:00 19-7-2020 6:20|Attualità, Sezione 5|0 Commenti

RIETI – “E’ stato costituito un cruscotto informativo che consentirà di poter definire il distanziamento e di rendere evidente i casi in cui gli spazi non risultino sufficienti”. Lo ha detto il ministro dell’istruzione, Lucia Azzolina, durante l’audizione davanti alla Commissione Istruzione del Senato. “In questa maniera – ha sottolineato – sarà possibile  supportare le scuole nell’identificazione di spazi alternativi”. Si tratta di uno strumento che restituisce dati di dettaglio relativi a regione, provincia, comune e singola istituzione scolastica, che consentiranno nei vari livelli istituzionali coinvolti, di operare a favore di soluzioni esperibili e tempestive. Di agire per priorità di intervento”. “In questa maniera – ha spiegato il ministro Azzolina – sarà possibile rispondere in modo mirato a specifiche richieste per supportare le scuole nella identificazione di spazi alternativi, per far fronte a carenze non superabili con misure”.

Per ottenere i risultati sperati dal cruscotto in questione, è sufficiente inserire lunghezza e larghezza dell’aula e numero di corridoi laterali ed interni (in base alle file di banchi) e l’applicazione della formula restituirà il numero massimo di alunni che possono trovare posto in quell’aula. Vista così sembrerebbe tutto semplice: basta un semplice click e si è in grado di conoscere la capienza effettiva di ogni aula, capire dunque se si è in grado di accogliere l’intera scolaresca e, in caso negativo, ricorrere all’Ente locale che si mette alla ricerca di spazi alternativi, oppure sarà necessario ricorrere a turnazioni o riduzioni d’orario. Ma le scuole hanno avuto accesso al cruscotto? Al momento non se ne ha notizia… Da una rapida verifica da parte da parte da parte di Tuttoscuola, che ha seguito e segue l’intera questione, sembra che siano davvero poche le istituzioni che non hanno ricevuto comunicazione dei dati per attivare il cruscotto. Anche l’ANP, l’Associazione Nazionale dei Presidi, ha denunciato che ci sono Uffici Tecnici comunali che stanno richiedendo i dati per mappare le aule. E questo appare molto grave, considerando che non vi è la mappatura delle 370 mila aule delle scuole statali, che le scuole non sappiano se a settembre dovranno svolgere lezioni ospitati in nuovi locali esterni oppure rivedere addirittura l’intera organizzazione dei servizi.

Nel frattempo dal territorio sono arrivate due proposte operative per la riapertura a settembre, che sembrano essere di aiuto per conoscere le capienze delle aule, fornendo misure degli spazi per la mobilità interna, criteri di verifica e di calcolo. In particolare il manuale operativo elaborato dall’USR Veneto (di cui è direttore generale l’apprezzatissima ex capo dipartimento del ministero, Carmela Palumbo) spazia, indicando soluzioni operative per tutti i settori scolastici e per le diverse attività istituzionali. Questo modello Veneto sembra aver colpito nel segno, perché altri USR hanno deciso di farlo proprio unitamente al modello USR Emilia (come ha dichiarato in videoconferenza ai dirigenti scolastici laziali il Direttore Generale del Lazio). Ci si augura che presto si possa trovare una soluzione a questo annoso problema degli spazi utili ad ospitare gli alunni, o quanto meno si riesca ad organizzare un rientro E’ evidente che la variabile tempo è quanto mai decisiva.

Settembre è dietro l’angolo con tutte le incognite di una ripartenza incerta e si rischia di avere situazioni a velocità differenti, con rimpallo di responsabilità per i ritardi di comunicazione e nel mezzo le scuole a subirne le conseguenze. Ci si augura dunque che presto si possa trovare una soluzione a questo annoso problema degli spazi utili ad ospitare gli alunni, o quanto meno si riesca ad organizzare un rientro sereno per tutti, almeno sotto questo aspetto.

Stefania Saccone

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