Il calcio è il gioco più bello del mondo. Affermazione non sempre vera, anzi spesso falsa. Certo piace a moltissime persone e ha ampliato i suoi confini praticamente in ogni angolo del pianeta (anche la Cina ormai è entrata a pieno titolo nell’universo pallonaro e l’India, con un po’ più di fatica, ci sta provando), ma non riesce a perdere quelle connotazioni violente che lo declassificano a spettacolo di infima categoria.
Sono tante le contraddizioni di una macchina che, in Italia e non solo, produce divertimento, stimola passioni e macina soldi (e debiti). L’altra sera, durante il minuto di raccoglimento prima di Juventus – Inter in memoria di Gigi Radice (allenatore che aveva portato il Torino allo scudetto) si è sentito qualche fischio isolato ma poi per fortuna è partito l’applauso collettivo di tutto lo stadio a zittire gli imbecilli di turno. Accade solo in Italia, poi, che in occasione delle partite della Nazionale si fischi l’inno dell’avversaria di turno. Ma che senso ha? A che serve? Purtroppo – come tutti ben sappiamo – la mamma degli stupidi è sempre incinta ed è anche protagonista di parti (pluri)gemellari.
La settimana scorsa in diverse circostanze sono stati lanciati messaggi di augurio a Gianluca Vialli, del quale si era appena saputa la notizia che aveva combattuto per mesi contro un tumore al pancreas. Adesso l’ex attaccante della Sampdoria, della Juventus e dell’Italia sta bene e ha vinto la sua battaglia: molti tifosi lo hanno incoraggiato a resistere e gli hanno manifestato la loro vicinanza. Praticamente nelle stesse ore, a Firenze sono apparse scritte vergognose che oltraggiavano la memoria di Gaetano Scirea, uno dei calciatori più corretti che abbia mai calcato i prati verdi; oltre a farneticanti messaggi in cui si inneggiava alla strage dell’Heysel. Roba da far rabbrividire… E qui non c’entrano il tifo o l’idiosincrasia verso certi colori (nel caso specifico i fiorentini contro gli juventini): qui contano solo l’educazione e il rispetto verso chi non c’è più.
Il fatto è che – come si dice dalle parti di chi scrive – il pesce puzza sempre dalla testa. Se Douglas Costa sputa in faccia un avversario (purtroppo è avvenuto spesso anche in passato e con protagonisti anche alcuni celebratissimi campioni italici) non merita 3 o 4 giornate di squalifica, ma 3 o 4 mesi di inattività forzata, con tanto di sospensione dello stipendio. E poi vediamo se ci prova a rifarlo. Siccome però le immagini arrivano dappertutto, ecco che certi “esempi” fanno scuola. Basta andare su un qualunque campetto di periferia a vedere una qualunque gara di campionati giovanili per rendersi conto che la maleducazione è molto diffusa. E nella classifica della stupidità i primi due posti sono occupati da babbi e mamme dei piccoli protagonisti. Tutti tecnici di primissima qualità, tutti insultatori di professione, tutti pessimo esempio di educazione e di comportamento. Diceva benissimo Paolino Pulici (ex attaccante del Toro): “I ragazzi delle giovanili dovrebbero essere tutti orfani”. Oppure ci vorrebbe un Daspo per impedire ai genitori l’accesso agli impianti sportivi. In Inghilterra hanno risolto con le celle negli stadi: chi sbaglia va direttamente dentro. Magari fosse così anche in Italia….
Buona domenica (anche calcistica).
Lascia un commento