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Identificati i resti del marchese Ascanio

di | 2019-05-24T13:36:44+02:00 26-5-2019 6:25|Cultura, Sezione 6|0 Commenti

PERUGIA – Il marchese Ascanio della Corgna (1516-1561) avrà un sepolcro nel quale le sue spoglie mortali, finalmente, riposeranno.

Un gruppo di medici legali (Marta Bianchi, Sara Gioia, Laura Panata) coordinati dal professor Mauro Bacci, direttore della Medicina Legale dell’Università di Perugia, ha infatti, dopo tutta una serie di esami, riconosciuto i suoi resti, che nei secoli erano finiti confusi con quelli di altri membri del casato. L’iniziativa all’indagine, che ha coinvolto il Comune e l’università di Perugia, è stata promossa da Gianfranco Cialini, fondatore e attuale presidente del Lion Club di Corciano intitolato per l’appunto ad Ascanio della Corgna. Appassionato e studioso di storia, Cialini nel 2013, aveva individuato i resti dei Della Corgna, contenuti in nove cassette metalliche, abbandonate in un angolo nella sagrestia della chiesa di S. Francesco al Prato.

Le spoglie, fino all’Unità d’Italia, erano state conservate nel sepolcro che la famiglia possedeva, in giuspatronato, nella chiesa come testimoniato dall’iscrizione “Ducum de Cornea sepulcrum” incisa su una lapide in travertino. Nel 1773 il frate Modestini riferiva che il sepolcro doveva contenere sette sarcofagi con i resti mortali dei marchesi Ascanio, Diomede, Ascanio II e quelli di Laura Del Monte (madre di Ascanio e sorella di Papa Giulio III), della moglie di Diomede e di due chierici appartenenti alla stessa famiglia. L’antica prosapia si estinse nel 1647 con la morte dell’ultimo discendente, il marchese, poi duca, Fulvio II.

Nel secolo scorso, il rettore dell’Università,  Oscar Scalvanti, salvò dalla dispersione la lapide. Nel 1957 i resti mortali dei Della Corgna, furono trasferiti  alla rinfusa in nove cassette metalliche recanti la seguente iscrizione: “Ex nobilissima famiglia ducum de Cornea recognitus A. D. MCMLXII”. Dopo il ritrovamento delle cassette, nel 2014, fu effettuata una prima ricognizione delle spoglie, che risultò tuttavia sommaria e che non portò a risultati.

Il Lion club di Corciano, nell’intento di dare una adeguata sepoltura ai membri della famiglia, ha preso contatti, col suo presidente Cialini, col Comune di Perugia, in particolare col sindaco Andrea Romizi e con l’assessore Maria Teresa Severini ai quali va il merito di avere autorizzato e incoraggiato la nuova ricognizione. Adesso è necessario dare ai resti mortali ricomposti del grande condottiero e spadaccino una degna sepoltura con un apposito sarcofago da collocarsi sempre in S. Francesco al Prato vicino a quello di Braccio Fortebraccio.

Cavaliere di ventura, marchese di Castiglion del Lago e del Chiusi perugino, proprietario di numerose tenute e di palazzi in Perugia, Corciano, Castiglion del Lago e Città della Pieve, comandante della fanteria cristiana nella gloriosa battaglia di Lepanto del 1571 ed eroe nella difesa di Malta, sei anni prima (nel 1565), Ascanio fu uomo poliedrico: soldato ma anche letterato, giurista, architetto. Nipote di papa Giulio III e fratello di quel cardinale Fulvio, a lui si deve la costruzione della famosa “Villa del Cardinale” a Colle Umberto.

Dopo la vittoriosa battaglia di Lepanto, nel viaggio di rientro in Italia, Ascanio si ammalò e morì a Roma in casa del fratello Fulvio il 3 dicembre 1571. La sua salma fu poi trasportata a Perugia con un imponente corteo e sistemata nella cappella di famiglia i cui lavori erano stati affidati al Vignola.

Elio Clero Bertoldi 

Nella foto di copertina, il marchese Ascanio della Corgna

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