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Tulipani in fiore: così sboccia la primavera

di | 2022-04-17T10:16:28+02:00 17-4-2022 6:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

MILANO – Sentieri, percorsi, filari, labirinti, tutto si muove in un fiume colorato di tulipani. Questo delicato fiore dai mille colori prende il suo nome dal termine turco “tullband” che vuol dire “copricapo“, probabilmente per la sua particolare forma somigliante ad un turbante, composto da diversi veli e quindi simile a quelli indossati dai turchi. I suoi bulbi vanno interrati in autunno, a novembre, riposano per tutto l’inverno nel freddo terreno e si preparano a fiorire. Si potrebbe assimilare all’introiezione dell’essere umano che, durante i mesi freddi e bui, rimane più in se stesso per sbocciare e per essere più creativo in primavera.

Questo fiore ebbe una grande popolarità in Turchia nel XVI secolo durante il regno di Solimano il Magnifico, che lo volle sviluppare in numerose varietà ed impiantare ovunque. Tante leggende legate a questo fiore ma, tra tutte, la più diffusa e tramandata, è quella di origine persiana che narra l’amore tra il giovane Shirin e la bella Ferhad. Shirin si allontanò per cercare fortuna e riuscire a tornare più ricco. La sua giovane innamorata lo attendeva, ma i giorni divennero anni e il suo amato non ritornava da lei così una sera Ferhad decise di avventurarsi nel deserto nella speranza di ritrovarlo, ma l’unica cosa che trovò furono la stanchezza e la fatica che la fecero cadere svenuta su delle pietre aguzze. Distrutta dal dolore, dalle ferite e dal dispiacere di non essere riuscita a ritrovare il suo amore, Ferhad incominciò a piangere disperata. Le sue lacrime, cadendo goccia dopo goccia, si mischiarono al sangue delle sue ferite e bagnarono il terreno da cui nacquero i primi tulipani.

Il parco di Keukenhof

Da allora tutte le primavere questi fiori tornano a sbocciare spontaneamente nelle terre della Persia e chi li vede non può che ritornare con la mente e con il cuore a questa leggenda d’amore che ci dona un grande insegnamento: dal dolore, dalle lacrime e dalla disperazione nasce sempre qualcosa di bello, proprio mentre crediamo di morire per la sofferenza qualcosa sta in realtà già nascendo. Ancora oggi gli innamorati in Iran si scambiano tulipani in segno di profondo affetto. Ci sono molte leggende, fiabe e racconti dedicate a questo bellissimo fiore, ognuna con protagonisti e vicissitudini diverse. Tutte però hanno in comune questo fiore come simbolo dell’amore.

Il tulipano, introdotto nei Paesi Bassi intorno al 1560, proprio dalla Turchia, aveva destato meraviglia nei viaggiatori occidentali tornati dal Medio Oriente, che lo importarono in patria; qui la sua coltivazione, presumibilmente iniziata nel 1593 da Carolus Clusius, divenne sempre più su larga scala e raggiunse una tale popolarità che nel 1620 il tulipano era il fiore più di moda e uno status symbol nei Paesi Bassi. In poco tempo si scatenò una forsennata competizione fra i membri della middle class a superarsi nel possesso dei tulipani più rari. Alle varietà di tulipano erano assegnati nomi esotici, a volte venivano chiamate con nomi di ammiragli olandesi. Nel 1623, un singolo bulbo di una specifica qualità di tulipano poteva costare anche un migliaio di fiorini olandesi (il reddito medio annuo dell’epoca era di 150 fiorini). I tulipani erano scambiati anche con terreni, bestiame, e case.

Presumibilmente, un buon negoziatore poteva anche guadagnare seimila fiorini al giorno. I tulipani divennero rapidamente una merce di lusso, non solo per il loro valore decorativo, ma anche per il valore economico, e crebbero rapidamente di prezzo. Ne nacque tra il 1634-37 la prima bolla speculativa documentata della storia del capitalismo, la famosa bolla dei tulipani, che esplose il 5 febbraio 1637. Fiore di lusso che, come detto, venne quotato addirittura in borsa. Si racconta che un birraio di Utrecht arrivò al punto di scambiare la propria fabbrica di birra con tre bulbi di tulipano. La bolla dei tulipani o tulipomania è stata una bolla speculativa sui prezzi dei bulbi dei fiori scoppiata nell’economia olandese del Seicento, forse la prima documentata nella storia del capitalismo. Il bulbo di tulipano diventò il quarto principale prodotto di esportazione dei Paesi Bassi dopo gin, aringhe e formaggio.

Il prezzo  salì alle stelle a causa della speculazione sui futuri tulipani fra coloro che non avevano mai visto i bulbi. Molte persone ottennero e persero la loro fortuna da un giorno all’altro. Il tulipano in passato conquistò tutti ed era diventato il fiore delle dame della nobiltà, tanto caro da far parte della dote delle ragazze che andavano spose. Tale intreccio storico ispirò anche Alexandre Dumas nel 1850, che scrisse il romanzo “Il tulipano nero”, intriso d’amore e di spionaggio industriale. Meravigliosa l’Olanda con la sua esplosione di colori e celeberrimo è Keukenhof, parco botanico olandese situato nei pressi della città di Lisse, nella parte meridionale, circa 35 km a sud-ovest di Amsterdam. È una delle principali attrazioni dei Paesi Bassi, considerato il più grande parco di fiori a bulbo del mondo, nonché uno dei luoghi più fotografati in assoluto; inoltre è stato inserito tra i giardini floreali più belli d’Europa. Vi fioriscono sette milioni di bulbi piantati a mano su una superficie di 32 ettari. Il parco è aperto al pubblico soltanto per due mesi, dall’inizio della primavera alla metà di maggio (il 21 per l’esattezza).

In molte cittadine italiane è scoppiata la mania dei tulipani: ne sono stati piantati migliaia da percorrere come in una favola. Si ripeterà la magia della fioritura dei tulipani, che sbocciano dal mese di marzo e faranno bella mostra di sé fino ad aprile inoltrato. Gli organizzatori forniscono tutto l’occorrente per l’auto-raccolta, dai cestini scenografici alle cesoie per una caccia all’esemplare perfetto da immortalare in uno scatto. Campi fioriti e sconfinati dove tutti restano incantati e affascinati da un fiore senza tempo.

Claudia Gaetani

Nell’immagine di copertina, il parco di Keukenhof in Olanda

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