ROMA – Dopo Mantova, Firenze, Perugia, Viterbo, Carloforte, Bologna e Gorizia, arriva anche a Roma “Li ciorne che abiammo lasciato una Storia”, il reading teatrale sui “ragazzi del ’99” nella Grande Guerra che ha emozionato, divertito e commosso ogni pubblico che ha incontrato.
Lo spettacolo evoca una nota pagina della storia d’Italia che ha riguardato oltre 250.000 ragazzi nati nel 1899, attraverso il racconto di uno di questi, Vincenzo Rabito, bracciante siciliano autore, sebbene “inafabeto” – come si è definito – di una monumentale e straordinaria memoria autobiografica che ha vinto il prestigioso Premio Pieve nel 2000 e che nel 2007 è stata pubblicata da Einaudi con il titolo di Terra Matta, divenuto un inatteso successo editoriale.
“Cinquant’anni di storia italiana patiti e raccontati con straordinaria forza narrativa – scrive Andrea Camilleri nella sua recensione dello spettacolo -. Un manuale di sopravvivenza involontario e miracoloso”.
La chiamata alle armi, l’addestramento, il fronte e le vicende dell’immediato dopoguerra echeggiano vivi della forza del racconto di un protagonista autentico ed ingenuo, acuto e profondo. Vincenzo Rabito restituisce, con un linguaggio a dire poco originale e personale, una testimonianza della Grande Guerra viva, forte e senza reticenze.
Il reading si sviluppa in una sorta di dialogo immaginario tra il narratore (Saverio Senni) e Vincenzo Rabito (Aldo Milea) la cui voce ripercorre ed evoca alcune delle pagine più drammatiche, commoventi, ironiche e profonde delle sue memorie di guerra.
Lascia un commento