MILANO – Timore, paura, intuito, passione, curiosità, bellezza, positività. I tarocchi possiedono una miriade di emozioni e di volti e così appaiono misteriosi, seducenti e ricchi di informazioni che vengono dal passato. Uno dei maggiori studiosi è Alejandro Jodorowsky, figlio di emigranti russi, vissuto in Cile per la maggior parte della sua esistenza. Tra le sue pubblicazione “La via dei tarocchi”. L’hanno affascinato sin dalla prima infanzia èquando fu attratto e affascinato da una carta che suo nonno aveva sempre nella tasca. Ebbene sì, i tarocchi di Marsiglia, sono 78 carte suddivise in 56 arcani minori e 22 arcani maggiori, carte rappresentanti i tanti aspetti della vita, il ciclo della vita stessa, composto da simboli strettamente collegati fra loro.
Intorno all’anno 1000 si riescono a collocare le origini delle carte. Tantissime sono le versioni, tramandate nel tempo, e tanti gli studiosi che hanno cercato di raccogliere fonti e origini di quelle carte ricche di significati antichi. I 22 arcani maggiori erano stimoli per l’intelletto, partendo dal Matto (senza numero) che parla con un messaggio positivo di libertà e impulso di energia; il Mago (I) che racconta di vivere il presente essendo fedeli a ciò che si è: nel corpo, nell’intelligenza, nel cuore, nella forza creativa; la Papessa (II), madre che trasmette un ideale di purezza o freddezza dogmatica, come manifestazione di Dio; l’Imperatrice (III) è l’esplosione della creatività; l’Imperatore (IV), sicurezza e forza; il Papa (V) è un maestro, una guida che simboleggia comunicazione, unione, matrimonio; poi, vi è l’Innamorato (VI) che vede la gioia di esistere e che l’altro esiste; il Carro (VII) rappresenta l’azione del mondo; la Giustizia (VIII) combina l’equilibrio, la perfezione nel grande archetipo femminile materno de la Luna; l’Eremita (VIIII) è la crisi, il transito, la saggezza; la Ruota della Fortuna (X), un ciclo di principio, mèta e fine, rappresenta l’esperienza.
La Forza dà risalto all’istinto, insegnando a vincere la paura (XI); l’Appeso è colui che ci insegna a fermarci e osservare il mondo da un altro punto di vista, è uno stimolo a lasciare andare il passato ed avere una nuova visione delle cose (XII); l’Arcano senza nome rappresenta la trasformazione profonda, recidendo il passato e creando il nuovo (XIII); la Temperanza è rappresentata da un angelo, ossia una guardiana che salva dai pericoli e dalle malattie (XIIII); il Diavolo è colui che stimola l’inconscio, la passione, la creatività, osare per essere (XV); la Torre esplosione della vitalità rinchiusa in sé, fonte di sacralità (XVI); la Stella che agisce in questo mondo e trova il proprio posto, essa racchiude in sé la guida spirituale che ci portiamo dentro: la nostra buona stella (XVII); la Luna è la potenza femminile ricettiva (XVIII); il Sole rappresenta l’archetipo paterno, indica che agisce un amore incondizionato (XVIIII); il Giudizio racchiude il maschile e il femminile con una nuova coscienza elevata a Dio (XX); il Mondo è la realizzazione totale di sé stessi e la gioia di vivere (XXI).
La bellezza degli arcani maggiori dei tarocchi è che sono raffigurati in delle carte i personaggi protagonisti di questa storia, raccontata in maniera circolare e che, come anticipato, racchiude spunti di bellezza segreta. Ogni carta è ricca di particolari, colori che raccontano una parte di questa esistenza e sono fonte di positività per chi si approccia ad essi, osservando il mondo in maniera universale con un briciolo di follia che serve a sopravvivere e con gli occhi di chi si meraviglia dei particolari di questa vita, assaporandone tutti gli aspetti.
Claudia Gaetani
Buongiorno qual è il mazzo raffigurato all’inizio dell’articolo? Grazie mille!
Salve, posso sapere anche io il nome del primo mazzo di tarocchi?. Grazie