ROMA – Nel mondo ogni 5 secondi muore un bambino sotto i quindici anni, spesso per cause prevedibili. La maggior parte di queste morti avvengono nei primi cinque anni di vita e circa la metà sono neonati. Ogni anno la malnutrizione è concausa della morte di circa 3 milioni di bambini sotto i cinque anni. Oltre 200 milioni sono i bambini malnutriti in tutto il mondo. A livello globale 1 bambino su 4 vive in un paese colpito da conflitti o disastri naturali, 117 milioni di persone vivono in situazioni di conflitto e disastri senza accesso ad acqua sicura. Inoltre, poco più di 1 studente su 3 fra i 13 e 15 anni è vittima di bullismo e la stessa percentuale è coinvolta in scontri fisici. Circa 720 milioni di bambini in età scolastica vivono in paesi in cui le punizioni fisiche a scuola non sono completamente proibite.
Dati allarmanti, ma ce ne sono altri ugualmente devastanti. Nel mondo circa 15 milioni di ragazze adolescenti fra i 15 e 19 anni sono state costrette a rapporti sessuali o altri tipi di violenza sessuale durante la loro vita; circa 650 milione di donne si sono sposate da bambine: un numero che cresce ogni anno di 12 milioni di ragazze alle quali viene imposto il matrimonio in tenerissima età. Ci sono inoltre 30 milioni i bambini sfollati a causa di conflitti, il numero più alto dalla seconda guerra mondiale. In paesi colpiti da conflitti o disastri 1 bambino su tre è fuori dalla scuola: in totale sono 104 milioni. Nel mondo 303 milioni di bambini e giovani fra i 5 e i 17 anni non vanno a scuola.
Nei paesi meno sviluppati circa 1 bambino su 4 – fra i 5 e i 17 anni- è coinvolto in lavori considerati dannosi per la sua salute e il suo sviluppo, la più alta percentuale di bambini lavoratori si trovano nell’Africa subsahariana, seguono America Latina e i Caraibi (11%), Medio Oriente e Nord Africa dove il 7% di bambini in questo gruppo di età svolge lavori potenzialmente pericolosi.
Questi sono i dati statistici pubblicati dall’Ansa in occasione della ricorrenza della Giornata mondiale per l’infanzia e l’adolescenza, dati a dir poco allarmanti che rivelano una situazione altamente a rischio e in alcuni casi addirittura mortale, per molti anzi per troppi bambini ed adolescenti. Il 20 novembre scorso si è celebrato il ventinovesimo anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e in tale occasione, le Nazioni Unite hanno manifestato l’intenzione di sottoporre all’attenzione corale la situazione dei minori che vedono violato il loro diritto all’istruzione. A tale scopo l’UNICEF ha lanciato una petizione le cui firme saranno inviate ai potenti del mondo il 20 novembre 2019, data del trentesimo anniversario della Convenzione, affinché i governi si impegnino a rispettare i diritti dei minori delle attuali e future generazioni.
Il 20 novembre del 1989, l’assemblea generale delle Nazioni Unite approva la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, data che coincide con quella di un duplice anniversario: Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1789) e Dichiarazione dei Diritti del bambino (1959). La Convenzione è stata realizzata amalgamando le differenti esperienze culturali e giuridiche dei vari Paesi, nella stessa vengono enunciati per la prima volta, in forma chiara e precisa, quelli che sono i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini del mondo. Sempre nella predetta Convenzione è stato previsto un meccanismo di controllo sull’operato degli Stati che vi aderiscono i quali devono presentare ad un Comitato indipendente un rapporto periodico sull’attuazione dei diritti dei bambini sul proprio territorio. Attualmente sono ben 196 i Paesi nel mondo che l’hanno ratificata, l’Italia vi ha aderito nel 1991. La Convenzione è composta da 54 articoli e tre protocolli opzionali (sui bambini in guerra, sullo sfruttamento sessuale, sulla procedura per i reclami).
I principi fondamentali della convenzione sono quattro: non discriminazione; superiore interesse del minore; diritto alla vita, alla sopravvivenza, allo sviluppo; ascolto delle opinioni del minore. Negli articoli 28 e 29 della Convenzione si riconosce il diritto dei minori all’educazione con l’impegno, da parte degli Stati firmatari della stessa, di adottare le misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola da parte dei minori.
Purtroppo tutto ciò non è ancora sufficiente tanto che Save the Children torna a denunciare le precarie condizioni in cui sono costretti milioni di minori in tutto il mondo. “Per più della metà dei bambini – riferisce l’organizzazione umanitaria – la possibilità di vivere l’infanzia che meritano e alla quale semplicemente hanno diritto continua ad essere solo un lontano miraggio e ogni giorno, sulla loro pelle, devono fare i conti con le conseguenze disastrose dei conflitti, della povertà, delle discriminazioni”.
” Nel mondo – sottolinea Valerio Neri direttore generale di Save the Children – tanti, troppi bambini continuano a morire ogni giorno perché non hanno cibo, acqua o cure mediche. E sono tantissimi quelli che non possono andare a scuola perché vivono in zone di guerra o perché sono costretti ad andare a lavorare così come milioni di bambine o ragazze diventano adulte troppo presto perché costrette a sposare uomini spesso più grandi di loro”.
La speranza è che i governi dei Paesi firmatari della Convenzione ma anche quelli che ancora non hanno aderito alla stessa ascoltino questo grido di dolore lanciato dalle associazioni umanitarie e si attivino con tutti i mezzi a loro disposizione affinché i diritti dei minori vengano riconosciuti e rispettati in ogni parte del mondo. Sicuramente, rispetto al passato, molti passi avanti sono stati fatti ma è pur vero che ancora molti ce ne sono da fare e nessuno è escluso, ciascuno secondo le proprie possibilità, competenze ed attitudini, dal contribuire alla realizzazione di una causa di così vitale importanza perché difendere e tutelare i diritti dei minori oggi significa difendere e tutelare l’umanità di domani.
Silvia Fornari
Nella foto di copertina, bambini affamati a causa della guerra
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