ROMA – Renato Bruson è un baritono di cui tutti ricordano la voce e la forza scenica: il Nuovo Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto è non meno noto a chiunque ami la lirica. Ma la notizia della donazione ad esso di 250 costumi storici per cantanti melodrammatici, da parte del grande Bruson, è cosa dell’ultimo momento. Sì, sua è stata la volontà di donare al Nuovo Lirico – presso cui tuttora egli tiene delle masterclass di canto – buona parte della stupenda collezione di costumi di scena peraltro già pervenuti ai magazzini del sopradetto Teatro, e realizzati a mano dalla scenografa e costumista internazionalmente nota Tita Tegano, sua moglie.
Venuta ella a mancare l’anno scorso, è in suo nome che il grande baritono ha concepito la donazione dei 250 costumi di scena da lei creati. I rapporti del Maestro col Teatro durano da quando egli vinse il Concorso di voci liriche Comunità Europèa dello Sperimentale nel 1961, e su quel palcoscenico salì, interpretando il ruolo del Conte di Luna ne ”Il Trovatore” di Giuseppe Verdi.
Lunga è stata la carriera di Renato Bruson, e tanti i costumi modellati da sua moglie e indossati da lui, fino almeno al 2013, ma non solo da lui. I contatti di Tita coi teatri di lirica erano molteplici – in Italia, particolari e proficui furono con il San Carlo di Napoli, il Regio di Parma, il Teatro dell’Opera di Roma – e l’accuratissimo metodo di lavoro era il medesimo.
Tita, di origini calabresi, aveva un rapporto iniziale e prolungato con la partitura dell’opera per la quale doveva lavorare, e poi col testo del libretto: così aveva ben chiare le idee per porre mano alle stoffe, che erano molto spesso tulle e damascati, ma anche tessuti rigidi per crinoline o gorgiere (ne indossò anche Bruson per i molti suoi “Rigoletto”), cappelli ricamatissimi per i Dogi veneziani e altro. Anzi, nel 1985 ne forgiò per “I due Foscari” al Regio di Parma (e poi nel 2013 a Busseto), e fu ancora lei ad allestire i costumi.
Per i ruoli del marito, provvide a vestirlo nel “Simon Boccanegra” e “Tosca”, preferite opere verdiane, fino all’ultimo capolavoro del Maestro di Busseto, il “Falstaff”, che – dopo quello di Chieti del 2007 – lo straordinario baritono interpretò ancora nel 2010 al Teatro dell’Opera di Roma. Molti di questi preziosi e ormai storici manufatti verranno esposti nel foyer del Teatro spoletino, in occasione della prossima 77. stagione dello Sperimentale, “per essere ammirati da tutti gli amanti dell’Opera e da tutti coloro che, spoletini e non, ne avessero desiderio e curiosità”, come ha affermato il M°aestro Bruson, cui va tutta la gratitudine e ammirazione per il generoso e commovente gesto.
Paola Pariset
Nell’immagine di copertina, il baritono Renato Bruson interpreta Scarpia in Tosca nel 2008
Lascia un commento