ROMA – (p.p.) Francesco Guadagnuolo – pittore, scultore, incisore di Caltanissetta (1957) – ha percorso, specie gli ultimi decenni, a seguire con la sua pittura e con la scultura gli eventi del mondo.
Dopo “Il debito estero” (oggi a New York), aveva scelto il rosso per gli orrori del femminicidio, il ritratto realistico per gli uomini della politica (anche i Papi), via via virando verso le immagini-simbolo; infine sull’astratto, lasciando al colore e alle forme il significato pieno dell’opera.
Di volta in volta vi veicolava il personale sentimento di gioia o di ripugnanza, ed anche oggi – dinanzi alla vergogna del falò (il 12 luglio scorso) della “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, eretta in una piazza di Napoli – ci saremmo aspettata una condanna. Ma il miracolo dell’arte si è compiuto: il dipinto che Guadagnuolo ha creato subito dopo, tutto sviluppato in altezza – dalla vita sotto terra degli Invisibili, all’aere bruciante sui vertici del quadro – è un riscatto, un’attesa redenzione degli Ultimi, che il fuoco malefico non può distruggere: non ne ha la potenza.
Ed essi vivono come tutte le creature create, fra i colori e le forme nell’eternità, in questo “Miracolo a Napoli” raccontato da Francesco Guadagnuolo.
Nell’immagine di copertina, l’artista Francesco Guadagnuolo
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