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Goletta dei Laghi 2023: Turano e Salto in buona salute

di | 2023-07-27T11:42:40+02:00 30-7-2023 5:25|Attualità, Sezione 6|0 Commenti

PETRELLA SALTO (Rieti) – Goletta dei laghi 2023: la campagna estiva di Legambiente è arrivata sui bacini lacustri laziali per monitorare lo stato di salute delle acque, denunciarne le criticità e promuovere esempi virtuosi di gestione e sostenibilità “senza sostituirsi ai controlli ufficiali”. Tecnici di Legambiente, volontari e volontarie, si concentrano su canali e foci, principali veicoli di inquinamento causato da cattiva depurazione o scarichi illegali (stiamo ancora pagando le multe dell’Unione Europea sulla mancata o insufficiente depurazione). Su 25 punti campionati, otto sono risultati oltre i limiti di legge.

I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli). Promossi i laghi del Salto e del Turano: i due punti campionati, uno a Colle di Tora sul Turano, l’altro a Fiumata di Petrella Salto, sono risultati entro i limiti di legge. Il lago del Salto è promosso per il terzo anno consecutivo, il Turano è migliorato rispetto al 2021, quando vennero rilevate criticità. Il prossimo anno, se le analisi confermeranno i buoni risultati, i due laghi reatini potrebbero rientrare nella Guida Blu del Touring Club.

I dati della quarta tappa sono stati resi noti durante una conferenza stampa sulle rive del Lago del Salto a Fiumata, in provincia di Rieti, con la partecipazione di Giorgio Salvucci, presidente del “Circolo Legambiente Valli del Salto e del Turano”, Elisa Scocchera, portavoce Goletta dei Laghi; Nicola Riitano, responsabile scientifico regionale di Legambiente; Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio: “Le analisi microbiologiche dei due laghi mostrano esiti positivi, ma occorre vigilanza sul rischio frane”.  Legambiente Lazio ha presentato il rapporto basato sui dati dell’Ispra “Rischio geologico negli undici comuni dei laghi del Salto e Turano”, che analizza il rischio di frane nelle aree circostanti. I comuni che si affacciano sul Lago del Salto e del Turano comprendono 12,63 km² di aree a rischio di frana elevato e molto elevato, equivalente al 2,9% dell’intero territorio considerato. In queste zone risiede il 5,5% della popolazione (7.159 abitanti), insieme a 525 edifici, imprese e beni culturali.

I comuni di Ascrea (con il 12,8% della popolazione esposta al rischio) e Petrella Salto (con il 9,2%) presentano le situazioni con il maggior numero di persone che potrebbero essere coinvolte. Inoltre, si rileva che Ascrea (con il 14%), Marcetelli (con il 12,2%) e Varco Sabino (con il 12%) sono i comuni con il più alto numero di edifici costruiti in aree soggette a rischio frana. Giorgio Salvucci, presidente del Circolo Legambiente Valli del Salto e del Turano è categorico: “È essenziale esaminare attentamente le aree a maggior rischio di dissesti idrogeologici e pianificare interventi significativi, dedicarsi alla pulizia degli alvei dei fossi e dei torrenti, riprendere la manutenzione dei muri a secco, che nel corso dei secoli hanno svolto un ruolo cruciale nella protezione dei territori montani. Il nostro impegno in queste azioni è di vitale importanza per garantire la sicurezza e la stabilità di questi preziosi territori”.

Lo spopolamento e la riduzione delle attività agrosilvopastorali hanno determinato il deterioramento di queste storiche barriere, che lasciano passare l’acqua frenando il terreno, oggi pochi sanno ancora come si costruiscono, servirebbe una formazione specifica, oltre il ritorno alle attività montane. Il circolo del Salto e Turano propone anche di mettere barriere alle foci dei fiumi, per contenere l’immissione di rifiuti, soprattutto plastica. Ancora criticità invece sul lago di Bolsena, che vanno affrontate. Sul lago di Vico continua la positiva assenza di criticità da scarichi non depurati, “ma l’attenzione va concentrata su una conversione ecologica del comparto agricolo, dal quale registriamo input concreti e positivi: continueremo a lavorare con amministrazioni, agricoltori e mondo della scienza per analizzare le scelte migliori, lo stato di salute del lago e la strada dello sviluppo sostenibile nel territorio”.

Sui 3 prelievi al lago di Vico, le analisi dei microorganismi di origine fecale sono nei limiti, ma sono eccessivi azoto e fosforo, con conseguente scarsa ossigenazione. Roberta Postiglioni, presidente del circolo del Lago di Vico: “È di fondamentale importanza mantenere un’attenzione costante sul nostro ecosistema lacustre, poiché è strettamente interconnesso al benessere del territorio, all’equilibrio dell’intero ecosistema e al modello giusto di sviluppo. Per questo motivo, il coinvolgimento di importanti ricercatori sul campo, anche durante questa nuova edizione della tappa viterbese di Goletta dei Laghi, è essenziale per ottenere una comprensione approfondita dello stato di salute del Lago di Vico. C’è un clima positivo tra tutti e continueremo in un compito fondamentale del mondo ambientalista locale, quello di mettere in relazione i vari attori coinvolti, dagli amministratori ai produttori agricoli, per cercare soluzioni concrete, affrontare le sfide ambientali, migliorare la qualità della vita delle persone, permettere un sano e strategico sviluppo della green economy”.

Positivi i risultati sul lago di Albano di Castel Gandolfo, Canterno e Bracciano “la situazione sembra migliorata nel corso degli anni”. Bolsena, i laghi di Fondi, Sabaudia e Fogliano “necessitano di azioni risolutive – prosegue Roberto Scacchi – Non diamo patenti di balneabilità, né giudizi sullo stato complessivo dei laghi o dei territori che vi si affacciano e ci concentriamo sull’individuazione dei punti critici, invitando le amministrazioni, i gestori del servizio idrico e la cittadinanza stessa a essere protagonisti nel miglioramento ambientale necessario, mettendoci a completa disposizione nel continuare a indagare sulle cause dell’inquinamento e proporre azioni risolutive. Dobbiamo migliorare la salubrità degli ambienti lacustri, considerando anche che il Lazio è tra le regioni con maggior presenza di laghi, costieri, vulcanici, carsici o artificiali, ecosistemi che hanno una grande rilevanza strategica, in chiave di sviluppo sostenibile, turismo responsabile e tenuta complessiva di una risorsa idrica sempre più preziosa”.

La campagna di Legambiente è anche l’occasione per tornare sul tema delle microplastiche attraverso il progetto LIFE Blue Lakes che ha l’obiettivo di prevenire e ridurre l’inquinamento da microplastiche nei laghi, coinvolgendo partner scientifici, associazioni, autorità competenti e istituzioni. Tra le azioni la promozione del Manifesto dei laghi, documento volontariato che ogni amministrazione locale può sottoscrivere e un roadshow di 20 tappe per sensibilizzare la cittadinanza attraverso lo spettacolo teatrale Monday, laboratori e animazione territoriale.

Fa la sua parte anche il Consorzio Nazionale Oli Usati (recuperate lo scorso anno 11.694 tonnellate di olio usato), esempio di economia circolare, in Italia e in Europa. Raccogliendo l’olio lubrificante usato alla fine del suo ciclo di vita nei macchinari industriali, automobili, barche e mezzi agricoli, il Consorzio fa in modo che questo rifiuto si trasformi in risorsa. Oltre il 98% dell’olio raccolto viene rigenerato e trasformato in nuova materia prima riutilizzabile, con benefici per l’ambiente e la salute grazie alla riduzione dell’utilizzo di risorse naturali e delle emissioni di gas serra e di altri inquinanti.

Francesca Sammarco

 

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