ORGOSOLO (Nuoro) – La gola di Gorropu è un profondo canyon, un immenso crepaccio ubicato nel Supramonte, in Sardegna. Segna il confine tra i comuni di Orgosolo e Urzulei e divide la dorsale della “Costa Silana” dalle ripidissime pareti scoscese del Monte Oddeu. Qui vive libero di girovagare il cinghiale che in tale ambiente trova il suo habitat ideale fatto di lentischi, roveti, corbezzoli, felci e varie specie di erica che rendono difficile e per certi tratti impenetrabile il cammino.
Secondo il dialetto locale Gorropu significa dirupo o area scavata. Effettivamente la gola si è originata grazie all’intensa azione erosiva provocata delle acque del Rio Flumineddu. La Gola di Gorropu ha oltre 500 m. di altezza ed una larghezza che varia dai 4 metri nei punti più stretti per raggiungere alcune decine in altri, per questo è considerato il canyon più profondo d’Italia e uno dei più profondi d’Europa. Ai lati della gola svettano enormi e imponenti bastioni di roccia posti a difesa di questa immensa frattura naturale che sottolineano al visitatore l’asprezza del luogo e al tempo stesso il fascino e la misteriosità di un luogo quasi magico e tutto da scoprire. La Gola è caratterizzata da forti sbalzi termici per la presenza di zone poco o per nulla esposte ai raggi solari. Questo genera un habitat naturale che ospita diverse specie autoctone come la Aquilegia di Gorropu, detta anche Aquilegia “nuragica” che vegeta esclusivamente a Gorropu ed è stata inserita dall’IUCN fra i primi endemismi a rischio di estinzione nel Mediterraneo.
La presenza sul posto di numerosi nuraghi denota come la civiltà nuragica, sin dall’età del bronzo, abbia abitato e sfruttato questa risorsa naturale. La stessa struttura di base del canyon, nonché la sua posizione geografica, le conferivano in passato una funzione strategico-difensiva. L’acqua del fiume a tratti sgorga dalle rocce e crea delle vasche d’acqua naturali nelle quali è possibile trovare la trota sarda e soprattutto l’Euprotto sardo, una specie sardo-corsa considerata l’anfibio più raro d’Europa oltre al geotritone del Supramonte. Le piccole vene acquifere spesso s’infrangono su enormi rocce calcaree levigate dalla furia del fiume che, a tratti, scorre sotterraneo ma che, in alcuni periodi dell’anno, tracima in superficie in modo violento e imprevedibile. L’ambiente e gli elementi della Grotta Gorroppu sembrano appartenere a un altro pianeta. Abitanti liberi di muoversi nel cielo di questo paradiso sono le aquile e i grifoni che volteggiano fra le cornici rocciose dell’abisso emettendo un inconfondibile roco richiamo che riecheggia ripercuotendosi sulle pareti che scendono a picco sulla valle. Giungendo nel punto dove finisce la gola ci si sente un piccolissimo puntino in mezzo all’immensità del crepaccio dove ciò che è umano perde la sua natura divenendo qualcosa di fantastico e magico.
Ovunque lo sguardo si volga nota solo cavità, anfratti, grotte cariche di mistero e di storie leggendarie e fantastiche. Il sole che nel pomeriggio fa capolino tra le rocce disegna particolari giochi di luce illuminando in maniera quasi spettrale il fondo e creando uno scenario irreale. Il vento e la pioggia hanno contribuito a creare un luogo così misterioso e incantevole dove regnano sovrani i grifoni e i grandi volatili che, senza arrecare danno agli uomini, si cibano soprattutto di carogne, svolgendo un ruolo fondamentale nella cosiddetta catena alimentare. Le caratteristiche delle dimensioni e della forma, rendono Gorropu un autentico capolavoro della natura ed allo stesso tempo un prezioso scrigno di biodiversità che merita di essere visitato per la sua bellezza, per l’opportunità che offre di incontrare aquile e grifoni ormai in via di estinzione e soprattutto per le numerose e piacevoli sensazioni che suscita nel cuore dei visitatori che amano la natura ancora incontaminata.
Virginia Mariane
Lascia un commento