ROMA – Tra Russel Crowe che lo ha interpretato in maniera sublime e il regista Ridley Scott che ha scelto una storia accattivante, fatto sta che il “Gladiatore” è un film che ognuno di noi ha avuto voglia di rivedere anche più di una volta nella vita. Qualcosa deve nascondere il protagonista Massimo Decimo Meridio se, a più di venti anni dall’uscita del film, ancora ci si chiede se quell’uomo straordinario sia veramente esistito o no. Il suo fascino suscita tante domande e la curiosità di andare a cercare tracce della sua esistenza riguarda un po’ tutti i suoi estimatori che farebbero carte false per toccare con mano la prova che lui sia vissuto veramente.
Molte risposte sulla figura di questo personaggio cinematografico ce le dà Roberto Trizio, uno youtuber genovese che da qualche anno, con conoscenza e dovizia di particolari, gestisce sui social approfondimenti su alcuni particolari della storia antica. Negli ultimi giorni ha pubblicato un video in cui, avvalendosi di varie fonti (tutte citate), ricostruisce il profilo del personaggio storico a cui potrebbero essersi ispirati Ridley Scott e Russel Crowe per dare vita a questa riuscitissima figura di generale romano, almeno per quanto riguarda la prima parte del film. La sua ipotesi parte da una notizia di cronaca: nel 2008 lo stesso Russel Crowe lanciò una petizione internazionale dal titolo: “Salvate la tomba del Gladiatore”. Come mai? L’iniziativa dell’attore faceva seguito al ritrovamento, a Roma in via Vitorchiano nel quartiere Flaminio, della tomba di Marco Nonio Macrino, appartenente alla nobile famiglia dei Nonii, una gens potente e benestante, di lunga tradizione.
Quello che si sa di Nonio ha forti somiglianze con il cinematografico Massimo Decimo Meridio. Macrino, infatti, era stato anche lui generale sotto Marco Aurelio con il quale aveva condotto delle battaglie militari in Germania. Dall’imperatore-filosofo il nobile generale aveva ricevuto molti incarichi di fiducia e godeva della sua stima, proprio come accade nel film americano. Inoltre anche lui aveva una splendida villa dove viveva con l’amata moglie Arria e che ancora è ben conservata e visitabile nel suo luogo d’origine. La differenza tra Macrino e Massimo sta nel fatto che il primo era della zona di Brescia, precisamente di Toscolano Maderno, mentre il protagonista del film è “ispanico” e di umili origini. Tutto il resto coincide, almeno nella prima parte del film, fino a quando Massimo Decimo Meridio non viene fatto prigioniero e poi schiavo.
Da lì in poi il personaggio storico e quello cinematografico prendono strade diverse. Macrino segue un “cursus honorum” di tutto rispetto: prima è governatore della Siria, poi della Pannonia inferiore (attuale Ungheria), e poi di quella superiore. Viene da pensare che la sua vita si sia conclusa – come si direbbe oggi – con una “pensione d’oro”. Massimo Decimo Meridio, invece, diventa il “Gladiatore” che ha animato le fantasie e che probabilmente è frutto di una narrazione “romanzata” e il resto della sua vita trascorre tra atti stoicamente coraggiosi e atroci sofferenze, laconiche frasi rimaste famose fino alla morte eroica, tutti particolari che hanno acceso nella nostra immaginazione il desiderio di saperne di più e ce lo hanno fatto amare tanto.
La lezione di Roberto Trizio su youtube era talmente attesa che i suoi follower dopo i primi due giorni dalla pubblicazione del video avevano già effettuato 69mila visualizzazioni e messo 5mila like. Tutto questo, mentre la tomba di Macrino, ossia del vero “Gladiatore”, rimane sepolta vicino al Lungotevere dove avrebbe potuto diventare un sito archeologico visitabile e accogliere i turisti con un biglietto di ingresso. Un’occasione che il preparatissimo Trizio non si è fatto sfuggire. Ed ha fatto bene.
Gloria Zarletti
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