VITERBO – Ormai è luogo comune dire che i giovani siano inetti, bulli, spenti e, molto spesso, commentando il comportamento di molti di essi (forse in modo anche un po’ troppo semplicistico), si afferma che i ragazzi di oggi non hanno più valori, non hanno nulla in cui credere, non hanno nessun interesse vero all’infuori del divertimento. No, non è così: cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno. I giovani di oggi traboccano di buoni valori, di energie, di voglia di fare e di affermarsi diversi fra loro ma simili per tenacia e grinta e capaci di trasmettere tanti messaggi positivi. Bisognerebbe, quindi, prima stabilire che cosa sono i valori morali e quale sia la loro funzione.
Si possono considerare “valori” tutte quelle regole, quei principi e quelle linee di condotta che permettono alle persone di costruire la loro esistenza, di stabilire le proprie priorità e di compiere delle scelte. E questo è tanto importante per i giovani che, diventando grandi si trovano ad affrontare le difficoltà di un mondo che ancora non conoscono bene. E’ importante, quindi, avere dei valori che li guidino a fare le scelte giuste. “I giovani non sono una garanzia per il futuro, sono svogliati e pigri. I ragazzi non sono più quelli di una volta”, “Una generazione vuota di ideali, di punti di riferimento, di tradizioni e privi di valori”: ecco i ritornelli che tutti, giovani di ieri e di oggi, hanno sentito e sentono recitare da chi era ed è più adulto o già anziano. Si dice che i “nuovi giovani” siano violenti, distaccati e non riconoscano più il senso autentico della vita. Questi sono oppressi da un tormentato nichilismo e nulla, per loro, è importante. Certamente di fronte alle storie di cronaca, come quelle di adolescenti che consumano sempre più alcool e droghe e violentano ragazze della loro stessa età, o di ventenni che rischiano la vita tutti i fine settimana sulle strade dopo una notte passata in discoteca, è facile che nascano interrogativi su quali siano i valori e le motivazioni delle nuove generazioni.
Le prime pagine dei giornali rimproverano, criticano, accusano e fanno di tutta l’erba un fascio: è facile per esperti e opinionisti parlare di “generazione vuota”, “generazione priva di riferimenti, di progetti e di scopi”. In ambito educativo si sente spesso parlare di giovani che non sanno quello che vogliono, che non seguono principi e norme morali. Le notizie di cronaca vengono utilizzate per il classico gioco mediatico della generalizzazione: bastano uno o due episodi e subito si giudica un’intera generazione. Nessuno spazio viene però riservato alle iniziative autonome, all’organizzazione informale che ragazzi e ragazze spesso si danno per realizzare, con spirito di iniziativa e intelligenza, serate, concerti, manifestazioni sportive, luoghi di aggregazione, attività ricreative, momenti di sostegno a coetanei in difficoltà; nessuno o poco spazio viene dato alla generosità che gli adolescenti esprimono nelle associazioni, nelle cooperative, nel volontariato, nell’organizzazione culturale.
Nessuno o poco spazio viene riservato a chi, quotidianamente, nonostante le enormi difficoltà di un mondo che, per la prima volta, prospetta per il futuro un orizzonte peggiore di quello precedente, coltiva i propri sogni, i propri obiettivi, le proprie ambizioni. E’ più facile sminuire la nuova generazione quando quella vecchia fornisce un cattivo esempio ai nuovi giovani. La differenza nei modi di comportarsi, di aggregarsi, di amare, di desiderare, di prefissare obiettivi, non può e non deve divenire un giudizio di valore. I ragazzi e le ragazze di oggi sono diversi, è vero. Ma un modo di vedere e di pensare differente consente loro di sopravvivere in una società che non fa altro che contaminare con idee, ideologie e modelli di vita utopistici le loro menti.
La società in cui si trovano a gestire la propria crescita e costruire il proprio futuro è complessa, richiede un’attrezzatura e una strumentazione enormemente più raffinata di quella che hanno oggi gli adulti. Se si trovano in questa condizione la responsabilità è da attribuire soltanto a chi li ha preceduti. Gli adulti dovrebbero ricordare quali sono le loro responsabilità ed essere, inoltre, consapevoli che la loro esperienza non sempre è in grado di costituire, per i giovani, un esempio. Molti giovani sostengono che mancano punti di riferimento sicuri ed anche per questo motivo accolgono volentieri tutto quello che è più facilmente a portata di mano, rifiutando il sacrificio. Tale modo di agire prende il nome di “cultura dell’immediato”, cioè che al momento attuale va tutto bene ma nel giro di qualche anno potrebbe crollare il mondo addosso perché manca un progetto di vita.
Un po’ di colpe le hanno il progresso della scienza e della tecnica che hanno cambiato la mentalità e il rapporto con i valori umani come l’amicizia, l’altruismo, la fratellanza, la giustizia, la famiglia, il rispetto e la religione. Ad esempio con l’era di internet, molti giovani, (ma non tutti) preferiscono comunicare tra loro attraverso un messaggio online anziché andare in piazza come facevano un tempo prima della conoscenza dei mezzi di comunicazione informatici. Su internet, inoltre è possibile creare legami con persone che nemmeno si conoscono tramite siti web di incontri online e anche attraverso le chat. Da questi luoghi sul web è possibile trovare anche l’amore, è possibile fare nuove e meravigliose amicizie ma si corre anche il rischio di parlare con persone senza scrupoli disposte a tutto pur di rubare, violentare e uccidere le persone. Quando si va ad individuare quelli che debbono essere i “punti di riferimento” fondamentali e i “valori” veri, nasce il bisogno di capire quali sono le responsabilità e il ruolo degli adulti in tutto ciò.
Gli adulti, quindi, non possono pretendere dai giovani una testimonianza di vita morale, senza avere prima essi stessi sviluppato e testimoniato un proprio modo di vivere morale degno d’essere presentato alle nuove generazioni. E’ dalla famiglia che giungono le prime e più importanti informazioni. Una famiglia, fondata sull’altruismo generoso e quotidianamente alimentata dal senso di donazione gratuita, comunicherà ai suoi. È dalla famiglia che ci vengono le informazioni più importanti, è dalla scuola che si impara a scindere ciò che è buono da ciò che è cattivo, è dalla società che si viene contaminati da idee, ideologie e modelli di vita e, ancora, è dall’appartenenza a confessioni religiose che nascono convinzioni e obblighi morali. E in tutto ciò ogni ragazzo deve compiere delle scelte, deve sviluppare la capacità di stabilire i suoi valori fondamentali, al di là di ogni imposizione. Un compito non facile che si sono travati ad affrontare anche i “giovani di ieri”, ma forse con una differenza notevole: oggi, messaggi pubblicitari e società esterna hanno assunto una influenza maggiore che in passato.
Adele Paglialunga
articolo intelligente
Ma l immigrazione non ha soltanto riguardato il Nord Africa o l Europa orientale; infatti, crediamo di parlare di loro e parliamo di noi. L immigrazione come uno specchio : pi lo guardiamo, pi ci rimanda l immagine della nostra societ e della nostra vita. Paesi come l Italia sono ancora vittime di una cosiddetta immigrazione interna : molti giovani italiani ancora oggi emigrano dal Sud Italia verso il Nord alla ricerca di un lavoro.