//Addio a Gianni Minà, un grande del giornalismo

Addio a Gianni Minà, un grande del giornalismo

di | 2023-04-02T09:54:44+02:00 2-4-2023 7:05|Top Blogger|0 Commenti

Se ne è andato anche lui, Gianni Minà, tra i più grandi professionisti del giornalismo italiano. Aveva 84 anni, era malato di cuore. Si è spento lunedì 27 marzo circondato dall’affetto dei suoi famigliari e degli amici più stretti. Ha fatto la storia dell’informazione raccontando la cronaca.
Era nato a Torino il 17 maggio 1938, aveva iniziato la sua carriera nel 1959 come cronista sportivo a Tuttosport di cui in seguito, dal 1996 al 1998, divenne direttore. Lo sport fu il suo primo grande amore e nel 1960 arriva alla Rai collaborando alla realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici di Roma. Poi, dal 1965, viene assunto a “Sprint”, il rotocalco sportivo diretto da Maurizio Barendson. Ed è lì che si specializza nella realizzazione di documentari e inchieste per programmi quali Tv7, “AZ, un fatto come e perché”, “Dribbling”, “Odeon. Tutto quanto fa spettacolo” e “Gulliver”. Con Renzo Arbore e Maurizio Barendson inventa “L’altra domenica”.

Gianni Minà insieme al leader cubano Fidel Castro

Nel 1976 passa al Tg2 diretto da Andrea Barbato. Nel 1981 arriva per lui il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo dell’anno. Dopo aver collaborato con Giovanni Minoli a “Mixer”, conduce “Blitz”, programma di Rai 2 di cui è anche autore, portando in Tv personaggi di spicco come Federico Fellini, Enzo Ferrari, Eduardo De Filippo, Jane Fonda, Gabriel Garcia Marquez e Muhammad Ali (Cassius Clay). Sul curriculum di Minà ci sono otto Mondiali di calcio e sette Olimpiadi nonchè vari campionati mondiali di pugilato.

Gianni Minà con Diego Armando Maradona

Nel 1987 la storica intervista a Fidel Castro che lo rende famoso in tutto il mondo. Minà e il leader cubano restano insieme per sedici ore. L’incontro diventa anche un documentario e quindi un libro dal titolo “Fidel racconta il Che”. Resteranno famosi anche il libro “Il mio Alì”, tratto dai suoi articoli, realizzato nel 2014, e il lungometraggio “Cassius Clay, una storia americana”. Nel 2001 l’incontro con Diego Armando Maradona che diventa un reportage dal titolo “Maradona: non sarò mai un uomo comune”, una confessione di 70 minuti del El Pibe de Oro.
Una vita dedicata al giornalismo quella di Gianni Minà tra cronache, esteri, sport. Un talento non comune nel mondo dell’informazione che lo ha portato a trattare diversi tipi di argomenti. La sua filosofia professionale era: “Il giornalista non deve commentare gli eventi, deve raccontarli”.

Un giornalista libero, scevro da qualsiasi legame con i partiti e con i politici. Cosa che lo ha reso inviso ai dirigenti dei vertici istituzionali e spesso anche agli stessi colleghi che vedevano in lui un concorrente irraggiungibile e ineguagliabile.

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