VITERBO – “Non ho mai vissuto per il successo. Sono un artista. Amo comunicare con il pubblico, emozionare. Il resto non conta”. Diceva così parlando di sé stesso, Francesco Nuti l’attore regista toscano morto a 68 anni lo scorso 12 giugno a Roma. A dare la notizia è stata la figlia Ginevra, avuta dall’ex compagna Annamaria Malipiero, con i familiari: “Ringraziano di cuore il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura il nostro congiunto nel lungo periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde di Roma”.
Da molto tempo non calcava le scene per motivi di salute, anche se il pubblico lo ricordava e seguiva con affetto nella sua lunga carriera iniziata alla fine degli anni Settanta. Francesco Nuti, infatti, inizia a farsi conoscere proprio attraverso il cabaret dei Giancattivi, insieme ad Athina Cenci ed Alessandro Benvenuti in un sodalizio artistico molto apprezzato. Successivamente lascia il gruppo ed intraprende da solo la carriera nel cinema, con commedie di notevole successo come “Io, Chiara e lo Scuro”, con il quale si aggiudica il David di Donatello per il migliore attore protagonista nel 1982 e il Globo d’oro, come miglior attore rivelazione.
Un talento particolare che lo vede cimentarsi anche come sceneggiatore e persino cantautore. Nei suoi film ha raccontato inizialmente la sua città natale, Prato, tracciando negli anni Novanta quell’ondata di produzioni toscane. Il secondo David arriva nel 1985 con “Casablanca, Casablanca” come migliore attore ed il premio come miglior regista esordiente al Festival internazionale del cinema di San Sebastián. Francesco Nuti è stato decisamente efficace nelle sue interpretazioni di quella particolare commedia all’italiana che lo ha visto apprezzato protagonista. Numerose, infatti, le pellicole di successo: “Tutta colpa del paradiso” (1985), “Stregati” (1986), “Caruso Pascoski (di padre polacco)” (1988), “Willy Signori e vengo da lontano” (1989) e “Donne con le gonne” (1991).
Nella sua carriera artistica c’è stata persino la partecipazione al Festival di Sanremo con la canzone “Sarà per te”, successivamente incisa anche da Mina, e poi il duetto con Mietta, con il brano “Lasciamoci respirare”, scritto dal cantautore Biagio Antonacci. Poi arriva il periodo nero della sua vita, un calvario esistenziale che lo vede fare i conti con la depressione, con gravi problemi di alcolismo ed addirittura un tentato suicidio. Il suo ultimo film è nel 2005: è il protagonista di “Concorso di colpa”, un poliziesco diretto da Claudio Fragasso, in cui interpreta il ruolo dell’ispettore Francesco De Bernardi, alle prese con un delitto legato al caso Moro.
Ma è il 3 settembre 2006 la data che segna la triste data della sua entrata in coma, a causa di un ematoma cranico causato da una rovinosa caduta dalle scale della sua abitazione, per il quale viene ricoverato ed operato d’urgenza alla testa, presso il Policlinico Umberto I di Roma. Il 24 novembre esce dal coma e viene trasferito nell’ospedale Versilia di Lido di Camaiore, un centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria. Inizia il calvario della riabilitazione, poi il ritorno a casa. Nel 2010, Francesco Nuti si mostra in pubblico al cinema Eden di Prato, in occasione della presentazione del CD “Le note di Cecco”, realizzato dal fratello Giovanni e da Marco Baracchino. Dopo anni di assenza torna in televisione come ospite della trasmissione di Rai 2 “I fatti vostri”: sono evidenti i danni neurologici conseguenti all’incidente domestico.
Nel maggio 2014 i suoi amici di sempre Leonardo Pieraccioni, Carlo Conti, Giorgio Panariello e Marco Masini organizzano una festa in occasione del suo 59º compleanno alla quale partecipa al Mandela Forum di Firenze. Un successo con circa 7.000 persone. La situazione precipita il 21 settembre 2016, quando viene ricoverato in gravissime condizioni presso il CTO di Firenze, per un’altra caduta. Sarà la figlia Ginevra a ritirare l’importante Premio Internazionale Vincenzo Crocitti 2019 “Alla carriera”.
Nell’estate del 2017 è proprio la figlia Ginevra a rilasciare un’intervista nella quale afferma: “Adesso che sono maggiorenne ho chiesto di essere l’unica tutrice di mio padre, perché penso che nessuno meglio di me possa prendersi cura di lui”. Nuti ha vissuto due vite: attore e regista che ha dato il volto ad incivìsivi personaggi della commedia romantica e la seconda prigioniero delle cadute, del calvario che lo avevano ormai reso semi-infermo. Numerosi messaggi di cordoglio per la sua scomparsa tra i quali il sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Caro Francesco, troppo presto ci hai lasciato. Chissà quanti film avresti ancora potuto fare se la malattia non ti avesse colpito. Ci lasci tanti personaggi indimenticabili e una sensibilità rara”; e quello scritto da Carlo Verdone su Instagram: “Caro Francesco compagno di lavoro generoso, affettuoso e pieno di talento sarai sempre nei miei migliori ricordi. Un forte abbraccio alla tua famiglia a tuo fratello Giovanni e ai tuoi geniali Giancattivi Athina Cenci e Alessandro Benvenuti. Gran dolore, tanta nostalgia”. Francesco Nuti figlio della Toscana, campione indiscusso del botteghino degli anni Ottanta, soleva ripetere: “La vita è un susseguirsi di scelte, è importante non avere rimpianti”.
L’ultimo saluto al grande artista si è tenuto, per volere della famiglia, in forma strettamente privata, lo scorso 15 giugno, nella Basilica di San Miniato a Monte a Firenze. A Prato, la sua città natale, è stato proclamato il lutto cittadino, preceduto da momenti di celebrazione ed anche con l’intitolazione di un luogo rappresentativo sia per il cinema che per la città: le Manifatture Digitali del Cinema. Inoltre è prevista una commemorazione nel prossimo Consiglio Comunale del 22 giugno, come annunciato dal sindaco Matteo Biffoni.
Laura Ciulli
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