FORLI’ – La “famosa” pensilina di piazza Saffi a Forlì non ne vuole proprio sapere di uscire dalle polemiche, anche a distanza di venticinque anni dalla sua messa in opera. Si tratta di una struttura in ferro e cemento eretta davanti al palazzo delle Poste alla fermata degli autobus.
UNA STORIA “MOVIMENTATA” Una cifra iperbolica per un riparo, sia pure ingentilito dalle forme progettate dall’architetto Marcello Balzani, che ovviamente dà subito la stura a polemiche roventi. Ci va di mezzo anche il colore: il giallone di base sui piloni fa andare il sangue agli occhi ai più scatenati detrattori. Ma non era una provocazione estetica: era solo l’antiruggine! E giù fiumi di parole in consiglio comunale, in piazza e sui giornali. Ad alimentare ulteriori polemiche, anche il fatto che la pensilina andava a “disturbare” la prospettiva della Abbazia di San Mercuriale.
A questo proposito, i più agguerriti detrattori parlavano di “un pugno nell’occhio del turista (o del forlivese) che scende da via delle Torri e vuole abbracciare con lo sguardo la facciata dell’abbazia, il chiostro e il campanile simbolo della città”. Ma tant’è che l’azienda dei trasporti locali aveva chiesto una struttura per riparare i viaggiatori nel punto di interscambio delle corse, riunendo sotto il palazzo delle Poste le precedenti fermate via via sparse per la piazza. Sulla carta, la forma della pensilina non era dispiaciuta, tanto che in commissione consiliare votarono a favore del progetto anche i gruppi d’opposizione.
DIECI ANNI DI ALTI E BASSI, POI… Per un decennio la pensilina prosegue la sua vita fra commenti positivi e altri negativi. Poi, nel 1999, improvvisamente qualcosa cambia e si scatena una nuova polemica. Una polemica che tiene banco per mesi, anche “grazie” alla verve polemica di Vittorio Sgarbi, da sempre un estimatore di Forlì e della Abbazia di San Mercuriale in particolare. “Uno scempio – disse all’epoca Sgarbi -. Credo si possa ravvisare come un vero e proprio abuso di potere l’intervento degli amministratori che devastano il tessuto urbano preesistente”. Impietoso addirittura il giudizio della rivista di turismo Itinerari contro “la pensilina innalzata con solennità egizia” e “lo scarso senso estetico dei politici locali”. Conclusione: “La più lunga inutile e deturpante pensilina della storia ha il significato kitsch della gondola di Venezia coi fiocchi di neve nella palla di vetro”.
RACCOLTA DI FIRME E LETTERE E così, dopo dieci anni dalla sua costruzione si riaccendono le polemiche con raccolta di firme per il suo abbattimento, ma l’amministrazione tiene duro forte del “la pensilina è necessaria, è stata autorizzata dalla Soprintendenza e votata da tutti i gruppi politici. Qualcuno la critica? Non si può piacere a tutti”. Alla fine la maggior parte dei cittadini forlivesi si abitua a quella pensilina che sembra quasi non aver paura delle polemiche. Molti la giudicano ancora un “mostro” (oltretutto pare che non ripari neanche tanto bene dalla pioggia), ma nessuno ne chiede più l’abbattimento.
DOPO VENTICINQUE ANNI… Il 2024 per la pensilina nata fra le polemiche è il venticinquesimo dalla sua costruzione. Ma, dopo un quarto di secolo, sembra ancora voler stare al centro delle polemiche. Sì, perché l’amministrazione comunale attuale ha deciso che la pensilina va spostata da quella sede. Dovrebbe trovare la sua nuova collocazione al nuovo Campus universitario.
Ma, fedele al suo passato di polemiche, anche in questa occasione, la pensilina non se le fa mancare. In tanti ora contestano i costi che ci sarebbero per lo spostamento anche se la piazza si libererà di un “mostro” ingombrante che da venticinque anni impedisce di vedere al meglio la facciata di San Mercuriale.
Avrà mai pace la pensilina? Ai posteri l’ardua sentenza.
Fabrizio Rappini
Nell’immagine di copertina, la “pensilina della discordia” nella centralissima piazza Saffi a Forlì
Lascia un commento