NAPOLI – E’ sempre più frequente trovare pareti di edifici, treni e panchine ma anche opere d’arte imbrattate da disegni a spray, opera di pseudoartisti da strapazzo o da veri e propri vandali di strada che hanno il solo gusto di “rendersi presenti” alla comunità. Troppo spesso graffiti, murales (che di vero hanno solo il nome perché fatti sui muri, ma che di bello hanno ben poco) ricoprono di tutto causando danni a volta irreparabili. Il solo gusto di rimanere “eternamente” su di una superficie suggerisce a tali street vandals di rovinare affreschi e opere anche di notevole valore.
Davanti ai nostri occhi ci sono ancora gli orribili atti compiuti contro opere d’arte o le frequentissime incisioni effettuate sui muri, solo per dichiarare amore eterno all’anima gemella dell’occasione. Recenti gli orrori realizzati sugli affreschi del Chiostro di Santa Chiara a Napoli o le coperture a spray effettuate sulla fontana di Monte Oliveto. Insomma una continua lotta contro l’ignorante di turno che deve trovare quel momento di notorietà, cancellando la storia e la bellezza a cui non sembra esserne affatto legato. Vista l’enorme quantità di “opere” presenti e il diffondersi dell’arte di strada si è pensato, ormai da tempo, di rendere disponibili delle superfici in diverse zone periferiche di città d’Europa, in cui il graffitaro può esprimersi liberamente senza deturpare alcunché di famoso; ma la voglia di essere “illegalmente protagonista” ha purtroppo il suo sciocco fascino.
In una forma più intelligente alcuni proprietari di locali hanno voluto personalizzare le saracinesche dei propri negozi con murales d’autore interpellando artisti di strada che ne hanno saputo valorizzare e caratterizzare l’aspetto esteriore. Altre volte sono stati chiamati per vivacizzare spazi angusti o rendere meno monotoni luoghi e angoli di strada.
Insomma, oltre la marmaglia di personaggi di strada capita, quindi, di imbattersi in veri e propri artisti che, attraverso le loro opere, riescono a dare valore a luoghi assolutamente anonimi e che, grazie ad un piccolo intervento, riescono a valorizzare.
C’è quindi la necessità di educare un popolo al rispetto di luoghi, monumenti, strade, senza deturparne la valenza. C’è bisogno di rendere familiare il rispetto dei luoghi attraverso la conoscenza della storia di certi monumenti o edifici che siano. Diventa urgente condurre per mano (attraverso la scuola e la famiglia) i ragazzi a sentire il profumo di una strada, la bellezza dell’arte espressa nel tempo soprattutto in città dove realmente le pietre suggeriscono rispetto per quello che hanno da raccontare.
A Napoli è partito un progetto, “Forcella Street”, che ha come obiettivo proprio questo: educare al bello, allo sguardo, alla conoscenza del territorio. Due scuole collegate in rete, la “Ristori” del centro storico di Napoli e il “Siani” di Chiaiano, Tanti ragazzi delle superiori e delle medie accomunati da questo unico intento: conoscenza ed educazione al bello nell’arte e non solo.
In attesa di poter condividere nuovamente gli spazi e le dimensioni socio-relazionali, i ragazzi coinvolti realizzeranno dei gruppi di lavoro in un primo momento in modalità e-learning con incontri online e webinar digitali, perseverando nella promozione della creatività artistica contemporanea e diffusione della conoscenza sul territorio. Successivamente i gruppi produrranno murales e fumetti nell’intento di promuovere cultura. Per loro stessi e per la città.
Sebbene dunque le scuole restino chiuse, la didattica dei due istituti continua, nel pieno rispetto della tutela della salute degli studenti. Se, di fatto, il coronavirus e le norme adottate per prevenirne la diffusione impediscono ai più giovani di frequentare le lezioni in aula, la tecnologia e l’innovazione permettono alle lezioni di arrivare fino a casa degli studenti con soluzioni e-learning e nuove metodologie didattiche a distanza.
Il progetto “Forcella Street” è una possibilità offerta agli studenti attraverso una guida di esperti nel settore (archeologi, fumettisti, grafici…) di assoluta crescita. Il tentativo di trasformare un possibile vandalo di strada in conoscitore e ammiratore dell’arte è alla base di questo processo educativo. Un tentativo, forse l’ennesimo, ma come è nostro costume, soprattutto a Napoli, mai demordere.
Innocenzo Calzone
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