AMATRICE (Rieti) – Artbonus, ovvero Misure urgenti per favorire il mecenatismo culturale (legge 106 del 29 luglio 2014). La legge ha introdotto un credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo. Art Bonus è un vero e proprio concorso, nel sito https://artbonus.gov.it/, www.artbonus.gov.it/concorso/2023 è possibile scegliere le opere inserite nel 2023 e prendere visione del regolamento. Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta. Tra le opere inserite c’è il restauro della “Madonna di Sommati” (Madonna con il bambino della Chiesa di S. Maria delle Grazie nella frazione di Sommati nel comune di Amatrice distrutta dal terremoto), cercando “progetto della Madonna di Sommati Regione Lazio Rieti”. Il progetto è già finanziato e classificarsi tra i primi dieci significherebbe dare valore alla ricostruzione e alle memorie del passato.
La formula Artbonus garantisce l’intervento finanziario dello Stato a condizione che ci sia un mecenate disposto a cofinanziare il progetto. Per la Madonna di Sommati si tratta di un gruppo di volontari, gli Artisti per la solidarietà, impegnati a vario titolo nel mondo dell’arte ed interessati alla salvaguardia del patrimonio del passato. Il loro interesse verso la Madonna di Sommati si è manifestato al pubblico partecipando all’edizione 2021 della Fiera internazionale del Peperoncino, dove è stata lanciata la sottoscrizione: i 3.500 euro raccolti attraverso la vendita delle loro opere hanno consentito di presentare il progetto da parte della Soprintendenza. Per la raccolta fondi promossa dall’Associazione Arte Mondo, che figura in piattaforma come mecenate, è stato determinante il contributo degli amici del Lions club Amatrice Micigliano Terminillo e di numerosi altri clubs Lions del distretto 108 L.
La Madonna di Sommati merita di ottenere la targa Artbonus, come l’opera più meritevole di un intervento di restauro tra i tanti progetti presentati al MIC. La scultura, che raffigura la Vergine assisa sul trono, è parte integrante di un corpus di manufatti in terracotta policroma realizzati per lo più nella prima metà del XVI secolo, che caratterizzano il territorio tra l’alta valle del Tronto, la Sabina e l’Umbria meridionale. Recenti studi stanno gradualmente liberando dall’oblio queste testimonianze artistiche fortemente legate al territorio grazie alla materia con cui sono realizzate e per il dato di immedesimazione, che le ha rese particolarmente “vicine” alle popolazioni locali. Rappresentano altresì una felice parentesi per la statuaria in terracotta del Rinascimento, fortemente influenzata dai modelli toscani e abruzzesi che si imposero negli ultimi decenni del Quattrocento. La scultura è collocata in una nicchia adornata da una ricca cornice.
Il progetto rientra nell’ambito delle attività di programmazione degli interventi di restauro dei beni custoditi nei depositi attivati dal MIBACT per l’emergenza a seguito degli eventi sismici che si sono verificati a partire dal 24 agosto 2016 nell’Italia centrale. L’attività di programmazione ha tenuto conto non solo dello stato conservativo e delle conseguenti priorità d’intervento di ogni opera, ma anche della provenienza dei beni i, prediligendo il restauro di opere provenienti da chiese già inserite nei piani di ricostruzione o per le quali sono già avviati i lavori di messa in sicurezza, con l’obiettivo di restituire il patrimonio culturale – nella sua accezione più ampia – alla collettività e ai luoghi di appartenenza, a tutela del rapporto stretto “patrimonio-territorio”.
Gli interventi prevedono diverse fasi di lavoro: interventi conoscitivi e di documentazione – esami diagnostici, documentazione fotografica, interventi conservativi, consolidamento dei supporti, ristabilimento e coesione degli strati preparatori e pittorici, integrazione plastica, pulitura, stuccatura, reintegrazione pittorica, verniciatura, operazioni finali documentazione fotografica, relazione descrittiva dell’intervento, inserimento della scheda di restauro relativa al bene nel sistema sit Carta del rischio.
“Questa era la Madonna di Sommati nella sua nicchia nella parete a Cornu Evangelii della chiesa di Sant’Egidio, detta comunemente e non a caso della Madonna delle Grazie, nella villa di Sommati sull’altopiano di Amatrice – spiega la professoressa Ileana Tozzi, già direttrice del Museo Diocesano di Rieti, che ha lanciato l’appello nel suo profilo Facebook pubblicando la foto di ‘com’era’ -. Con il suo manto dorato, le dolci fattezze di una bellezza paesana, è uno dei numerosi esemplari della statuaria rinascimentale che utilizzava la terracotta per produrre singoli elementi modellati, grandi tanto quanto poteva entrare nella fornace, che venivano poi assemblati con grande maestria. In genere, una Madonna in trono era composta da un numero di pezzi variabili da 5 a 7, e la cerniera che li teneva insieme era il corpicino del Bambino Gesù, così che materia e spirito, arte e dottrina si compendiassero con sapiente maestria. Ora, i pezzi in cui è ridotta la Madonna di Sommati sono molti di più ma, insieme, riusciremo a ridare vita a questa bella immagine, a restituire speranza ad Amatrice e alle sue ville”.
L’appello è di votare sulla piattaforma.
Francesca Sammarco
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