FIRENZE – Proseguendo oltre Porta Romana, inserendosi in via Romana, è possibile notare un “piccolo segreto fiorentino”: si tratta di un affresco disegnato sulla facciata di un edificio, che viene chiamato “l’affresco della calza”.
Guardandolo bene, è possibile accorgersi che in realtà gli affreschi sono due. Il primo commissionato al pittore Giovanni da San Giovanni nel 1616 dal Granduca Cosimo II, l’opera rappresenta un allegoria di Firenze seduta sopra un trono con accanto le due città rivali, Pisa e Siena. Secondo gli storici del tempo, l’allegoria era tanto maestosa e curata in ogni dettaglio che portò le critiche dei fiorentini che vi transitavano vicino, così il pittore impermalosito decise di distruggere la prima versione dell’opera.
L’affresco purtroppo fu esposto per secoli alle intemperie e finì per rovinarsi, così venne rimosso per decisione del Comune negli anni 50. I suoi frammenti sono ancora visibili presso la Soprintendenza delle Gallerie. L’allora sindaco Piero Bargellini, cercò un sostituto dell’opera e bandì un concorso, che fu vinto dal pittore fiorentino Mario Romoli, che decise di realizzare “La vita di Firenze”, che racconta visivamente la vita artistica del capoluogo toscano durante lo scorrere dei secoli.
Grazie ad una finestra presente sulla facciata, il pittore separò lo spazio, mettendo a destra i personaggi che hanno reso Firenze grande nel Medioevo e nel Rinascimento: Dante, Masaccio, Giotto, Leonardo da Vinci, Lorenzo il Magnifico, Paolo Uccello, Toscanelli, Ferrucci e Giovanni dalle Bande Nere; a sinistra invece coloro che hanno contribuito nella metà del 900: Rosai, Soffici, Conti, Papini e Romoli, il pittore autore dell’affresco.
Sopra le finestre si trova la Madonna e il protettore di Firenze, San Giovanni Battista oltre che le lettere IHS, simbolo spesso usato dalla chiesa cattolica per rappresentare Cristo. L’inaugurazione dell’opera avvenne il 10 gennaio 1955.
Boris Zarcone
Nell’immagine di copertina, una foto dell’affresco in Piazza della Calza a Firenze
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