FIRENZE – Il 18 novembre di 154 anni fa si riunisce, nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, il Parlamento italiano. Le elezioni si erano svolte il 22 ottobre 1965, per la IX legislatura, determinando Firenze come sede del nuovo Parlamento.
L’insediamento durò fino al 9 dicembre 1870 e quindi la Camera dei deputati restò in Toscana per poco più di cinque anni; in verità, l’apertura dei lavori doveva avvenire tre giorni prima ma la sessione venne rimandata a causa del viaggio a Napoli del Re Vittorio Emanuele II, spostatosi per sostenere la popolazione colpita da un’epidemia di colera.
Dopo molto tempo, il Salone dei Cinquecento tornava a splendere, spinto dai valori voluti da Girolamo Savonarola, con un allestimento di notevole impegno e numerose polemiche. Il tecnico che si occupò della sua messa a punto fu Carlo Falconieri, ingegnere messinese, criticato da Mario Lensi Orlandi, ingegnere e grande conoscitore di Palazzo Vecchio, che lo definì “individuo nefasto, incolto e borioso, in breve tempo danneggiò il Palazzo in modo irreparabile, con i suoi lavori offese i fiorentini e, quando per difendersi scrisse, offese la grammatica e la sintassi”.
Effettivamente, Falconieri scelse una struttura in legno ellittica, chiusa da un esteso tramezzo vetrato che appoggiava adiacente ai due affreschi laterali della guerra con Pisa e quella con Siena, uno stile improprio con la storia e l’architettura del Salone, che presentava invece colonne corinzie e cornici dorate in stile neobarocco: la struttura fu rimossa con il trasferimento della capitale a Roma nel 1871.
A presiedere la Camera dei Deputati fu eletto a Campi Bisenzio l’avvocato Adriano Mari, il Senato del Regno avrebbe dovuto riunirsi della Sala dei Duecento, con il progetto dell’architetto Martelli, ma in realtà si riunì nell’attuale salone magliabechiano degli Uffizi. A Palazzo Vecchio (attuale cuore amministrativo della Firenze di oggi) fu allestita il ministero degli Affari Esteri, mentre la Presidenza del Consiglio venne organizzata a Palazzo Medici Riccardi.
Boris Zarcone
Nell’immagine di copertina, un manifesto rappresentante il Parlamento a Firenze
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