FIRENZE – I video occupano gran parte della vita di ciascun individuo. Che sia una pubblicità, un film, la televisione oppure un cartellone pubblicitario. Le sequenze di 25 foto al secondo consentono di immortalare istanti della nostra vita e renderli un ricordo gelosamente custodito nel proprio cellulare.
Il filmmaker si occupa proprio di questo: immortalare momenti di vita altrui e renderli un inestimabile ricordo. Arrivano in silenzio, sistemano ogni dettaglio, montano la propria attrezzatura, immortalano momenti custodendo memorie altrui che danno vita a nuove forme, nuove suggestioni, che scompaiono o si dimenticano di quella figura professionale che ha realizzato il tutto, con professionalità e attenzione, viene lasciato solo a risistemare tutto mentre a fine festa gli altri chiacchierano, ridono, o bevono e mangiano prendendo complimenti e pacche sulla spalla.
Ma al filmmaker non interessa, imperterrito continua a chiudere cavalletti, ripone le ottiche nella borsa, scarica il girato sul pc mentre spegne le luci sistemando nella borsa gli stativi e la reflex. Lascia ogni luogo così come l’ha trovato, recuperando cavi, microfoni e rimuovendo tutto lo scotch, amico infallibile per fissare temporaneamente ogni genere di oggetto.
Il tutto in piena solitudine, percependo la stanchezza sulla schiena e nelle braccia, con le gambe affaticate e la testa pesante mentre la fame aumenta. Ma il filmmaker non demorde, questa è la sua felicità, aver concluso ancora una volta il suo lavoro, aver imparato qualcosa di nuovo, aver investito bene il suo tempo.
Tornato a casa, non gli resta che ricaricare la fotocamera per una nuova avventura, questo è l’orgoglio del filmmaker.
Boris Zarcone
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