RIETI – Il festival della comunicazione (dal 1 al 16 maggio) ha in programma interventi di giornalisti, esperti, biblisti e figure del mondo religioso, anche con iniziative legate alla spiritualità e al mondo della scrittura. Promosso ogni anno dalle Paoline e dai Paolini nell’ambito della Settimana della Comunicazione, è alla sua sedicesima edizione. In questi anni ha attraversato 12 Regioni e 16 Diocesi, ora da Molfetta passa il testimone a Rieti. Il programma è centrato sul messaggio di papa Francesco per la 55. Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che ha scelto le parole dell’apostolo Filippo: “Vieni e vedi (Gv 1,46) – comunicare incontrando le persone dove e come sono”.
L’annuncio cristiano prima che di parole, è fatto di sguardi, testimonianze, esperienze, incontri, vicinanza. “In una parola, vita – scrive la sala stampa vaticana – Nel cambio epocale che stiamo vivendo, in un tempo che ci obbliga alla distanza sociale a causa della pandemia, la comunicazione può rendere possibile la vicinanza necessaria per riconoscere ciò che è essenziale e comprendere davvero il senso delle cose. Non conosciamo la verità se non ne facciamo esperienza, se non incontriamo le persone, se non partecipiamo delle loro gioie e dei loro dolori. Il vecchio detto ‘Dio ti incontra dove sei’ può essere una guida per coloro che sono impegnati nel lavoro dei media o delle comunicazioni nella Chiesa. Nella chiamata dei primi discepoli, con Gesù che va a incontrarli e li invita a seguirlo, vediamo anche l’invito ad utilizzare tutti i media, in tutte le loro forme, per raggiungere le persone come sono e là dove vivono”.
Il programma del festival è stato presentato online il 19 aprile dai vescovi Domenico Cornacchia della diocesi di Molfetta, Domenico Pompili della diocesi di Rieti, suor Cristina Beffa delle Figlie di San Paolo, con l’intervento di Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede. Anche gli interventi in calendario saranno online, con inizio alle ore 19 e possono essere seguiti su fb.me/festivaldellacomunicazione; youtube.com/user/comsocmolfetta; youtube.com/user/FrontieraTV, sulle piattaforme sociali delle Paoline e dei Paolini e delle diocesi di Molfetta e Rieti. “Non si conosce solo per sentito dire, si comunica con gli occhi, il tono della voce, i gesti e la scelta delle parole per essere vicini alla gente nei luoghi in cui si trova” (Domenico Cornacchia). Ad Accumoli vivono nelle Sae (le soluzioni abitative di emergenza dopo il sisma del 2016) due frati dell’ordine minore dei francescani, nello spirito di “incontrare le persone dove e come sono, intercettando gli ambienti di vita e i linguaggi, per generare relazioni, non trasferire solo dottrine” (Domenico Pompili).
Vieni e vedi dunque, ma “quel che vedremo dipenderà da noi – ha sottolineato Paolo Ruffini – soprattutto dopo questo periodo di chiusura di relazioni, andando verso l’altro in un cammino di verità, per capire e raccontare con onestà ciò che abbiamo veramente visto, cosa abbiamo ascoltato, cosa resta del nostro comunicare. Dobbiamo interrogarci su questa pandemia, con la convinzione che non è possibile andare avanti da soli. Va data una lettura della realtà senza denigrarla, ma dando speranza, guardando il futuro oltre il presente, senza spirito mondano, senza il cinismo di chi crede di sapere già tutto, senza eccesso di slogan e stereotipi. Il cambiamento può avvenire nei posti più improbabili, come ha dimostrato Papa Francesco nel suo viaggio in Iraq”.
La comunicazione è con il corpo, la mente, il cuore, le principali insidie sono autopromozione e autoreferenzialità, ansia di comando, elitarismo, isolamento dal popolo, pubblicità, proselitismo. L’intervento del primo maggio è affidato a Lidia Maggi “Lettura biblico spirituale del messaggio del Papa”; il 3 maggio “Consumare le suole delle scarpe” con il racconto in prima persona di Antonio Mira; il 4 maggio “Opportunità e insidie del web-la comunicazione dai sociali alla Tv” con Marco Carrara; il 5 maggio Paolo Benanti e Fabio Bolzetta “Come cambia la comunicazione”; iI 6 maggio “Consumare le suole delle scarpe: giornalismo e prossimità” con padre Giulio Albanese, Vania De Luca, Maurizio Di Schino, Stefano Lampertico; l’8 maggio “Le opportunità del web, i social e il loro corretto utilizzo, incontro con gli animatori della comunicazione” con Vincenzo Marinelli e Adriano Bianchi; il 10 maggio “Grazie al coraggio di tanti giornalisti” con Fulvio Scaglione esperto di corrispondenza dall’estero; l’11 maggio il vice direttore dell’Agi Paolo Borrometi interverrà su “Raccontare senza paura”, il 13 maggio l’intervento di Alessandro Poggi “Comunicare Papa Francesco”; il 16 maggio proclamazione dei vincitori del premio letterario “don Tonino Bello”, il 15 maggio veglia di preghiera ‘Vieni e vedi’. Le conclusioni del 16 maggio sono del Vescovo di Rieti Domenico Pompili. I referenti per i Paolini sono Sr Cristina Beffa e Don Giuseppe Lacerenza, referenti diocesani Michelangelo Paris (Molfetta), David Fabrizi (Rieti).
Fu don Giacomo Alberione (1884- 1971) attento ai segni dei tempi, a istituire la Famiglia Paolina, intuendo la necessità di evangelizzare con i mezzi più celeri e efficaci che il progresso avrebbe messo a disposizione. Nel 1914 fu la Società San Paolo (Paolini), sacerdoti e fratelli laici che annunciano il Vangelo e i valori cristiani nel mondo della comunicazione, nel 1915 le Figlie di San Paolo (Paoline), donne consacrate che, come i Paolini, diffondono la buona notizia del Vangelo con la comunicazione. Ogg,i la Famiglia Paolina è costituita da dieci istituzioni a servizio dell’annuncio del Vangeli, accomunate dalla stessa spiritualità basata su Gesù Maestro, come l’aveva conosciuto e testimoniato l’Apostolo Paolo, e avendo come riferimento Maria Regina degli Apostoli. Nel 2003 Giovanni Paolo II lo proclamò beato.
Francesca Sammarco
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